La prima visita..l’approccio al paziente
La prima visita osteopatica: che cos’è

La prima visita osteopatica servirà’ per capire qual’e’ la primaria’ della sintomatologia riscontrata, e individuare la zona/e della disfunzione osteopatica :noi indichiamo con questo termine una funzione compromessa o alterata delle componenti relative del sistema somatico (struttura corporea). Le strutture interessate saranno le ossa, le articolazioni , i muscoli , i tendini , i legamenti con i relativi elementi vascolari linfatici e neurali.
La prima visita osteopatica: in cosa consiste, quanto dura
Nella prima seduta ci sarà:
- un colloquio preliminare con una serie di domande e una dettagliata anamnesi prossima e remota del paziente ;
- un’esame obiettivo e una valutazione posturale ;
- un trattamento osteopatico personalizzato
La seduta completa avrà la durata di 90 minuti seguito da un primo trattamento. Inoltre si stilerà’ un programma di incontri personalizzato.
Anamnesi: il colloquio con il paziente




Durante la prima visita ci sarà’ un colloquio con il paziente dove si sviluppera’ una anamnesi remota e presente ovvero domande specifiche riguardanti la sintomatologia presente ed eventuali traumi ed incidenti, interventi chirurgici avuti. Inoltre, si indagherà sullo stato generale dei vari apparati del corpo (cardiovascolare,digerente, respiratorio, urogenitale) eventualmente corredati di imaging (ex, risonanza, tac) , non ultimo si valuterà lo stile di vita, le abitudini alimentari.
Finito il colloquio l’osteopata valuterà le possibili alterazioni muscolo-scheletriche ,viscerali ,psicologiche che potrebbero essere responsabili della sintomatologia, considerando inoltre che l’origine del problema potrebbe essere lontano in altri distretti corporei. L’osteopata cercherà’ di creare una “via”, un ragionamento che ha portato il paziente a sentire il dolore in quella parte del corpo ,spiegando le relazioni ed i collegamenti tra gli apparati.
Questo servirà all’osteopata per arrivare :
- alla formulazione di una diagnosi differenziale affinche’sia certa la sua competenza al trattamento
- ad escludere quindi patologie che devono essere valutate da altre figure mediche
Esame obiettivo: osservazione del paziente




Dopo l’anamnesi iniziale, l’osteopata passera’ a:
OSSERVAZIONE del paziente per esaminare la sua postura se presenta squilibri:
- la postura in piedi in appoggio statico
- in dinamica, il modo in cui il corpo si muove chiedendo di eseguire una camminata naturale
VALUTAZIONE dei principali distretti:




- Movimenti attivi e passivi della colonna e degli arti superiori ed inferiori per valutare il ROM (Range of Moviment) ovvero il movimento fisiologico articolare ed eventuali restrizioni di mobilità e dei muscoli eventualmente contratti
- la palpazione delicata dei visceri (addome, torace, collo) e dei tessuti
- Test specifici funzionali ,ortopedici, neurologici ai fini della valutazione per effettuare una diagnosi differenziale
- Tests specifici osteopatici (tests di mobilita’ muscolo-scheletrica,viscerale ,craniale), tests qualitativi tissutali palpatori, tests posturologici sull’occlusione, cervicali, oculari, ecc. per arrivare a formulare una corretta diagnosi osteopatica.




Potrebbe essere necessario togliere i propri capi di abbigliamento per l’esame e il trattamento, quindi è opportuno indossare biancheria intima o pantaloncini comodi.
Diagnosi osteopatica: il percorso di trattamento
Sulla base dell’anamnesi iniziale e dei risultati dell’esame obiettivo viene formulata una diagnosi osteopatica ovvero un percorso da seguire con uno o più’ trattamenti per risolvere la sintomatologia.
Trattamento osteopatico: la pratica




Dopo aver spiegato l’iter di trattamento, lo scopo del trattamento sarà quello di far sentire meglio il paziente e ridurre ,fino a far scomparire la sintomatologia . L’approccio può’ essere diversificato in base alla valutazione, all’eta’ del paziente ,e al suo stato fisico/energetico e quello psichico. Le tecniche quindi sono diversificate e nella “cassetta degli attrezzi” dell’osteopata ci saranno tecniche strutturali le cosiddette H.V.L.A(per intenderci quelle con il caratteristico rumore articolare di sblocco), le tecniche funzionali , le tecniche viscerali su strutture parenchimatose come il fegato o i reni o strutture cave come il colon e l’intestino o utero, le tecniche cranio-sacrali.




Ciò che bisogna però considerare è che non esiste un approccio osteopatico senza che l’osteopatia valuti ed eventualmente tratti l’addome, il cranio , la colonna e il bacino.Il paziente deve essere sempre inteso nella sua globalità.
Esercizi correttivi, autoposture
Alla fine del trattamento Osteopatico si aggiungeranno esercizi specifici muscolari e autoposture correttive(metodo TBPA)




D.O.mROI Simonetta Alibrandi
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