Prima di parlare nello specifico delle problematiche della lingua e della deglutizione atipica e la cervicalgia spesso collegata, bisogna sempre tenere a mente il concetto di considerare il corpo umano nella globalità e quindi anche la lingua come l’inizio del lungo percorso dell’apparato digerente e non solo. L’osteopatia ci può aiutare a migliorare tutte le problematiche annesse alla lingua.
Hai mai pensato che la lingua potesse condizionare la conformazione della bocca da quando sei piccolo?
La cavità buccale e la lingua
Per comprendere come la lingua entri nei problemi di deglutizione atipica devo spiegare un pò di anatomia.
La cavità buccale rappresenta il primo segmento del tubo digerente ed è occupata da un organo: la lingua.
La cavità buccale è limitata:
- Anteriormente e sui lati dalle arcate gengive dentarie
- A livello superiore dalle arcate dentarie superiori, dalla volta palatina che si prolunga indietro con il velo palatino
- A livello inferiori dalle arcate dentarie inferiori e dal pavimento buccale (cioè da muscoli sovra iodei).
La lingua occupa la cavità buccale e, principalmente rappresenta l’organo del gusto.
Come vedremo meglio dopo, la lingua presenta:
- una porzione visibile situata nella cavità
- una porzione nascosta ,porzione fissa o radice della lingua. Questa radice è unita all’osso ioide con il setto linguale e con una membrana(io-glossica). Si tratta di membrane fibrose che terminano nello spessore della lingua.

La lingua nell’approccio globale al corpo:la catena viscerale torace-gola-bocca
Nei vari articoli che ho scritto, ho parlato spesso di catene muscolari, queste sono catene dinamiche da differenziare dalle catene statiche di cui fanno parte:
- la catena statica viscerale
- la catena statica neurovascolare
- la catena statica muscolo-scheletrica
In questo modo possiamo affermare che non si tratta soltanto di muscoli, ma di rapporti di contiguità operativa tra i muscoli e i visceri, il sistema neurologico e quello ematico, il sistema osseo e quello articolare.
Possiamo parlare quindi di catene fisiologiche che è più consono per l’approccio globale e approfondito del corpo umano considerando l’importanza delle ripercussioni delle tensioni viscerali sulla statica dell’uomo.
In questo articolo voglio parlare degli effetti delle tensioni viscerali della cavità toracica ,gola e bocca , trattando quindi il problema di una lingua disfunzionale e quindi della deglutizione atipica.
Quindi vorrò evidenziare gli effetti:
- di contiguità contenuto-contenente tra il sistema viscerale e quello muscolo-scheletrico(gabbia toracica,coste, dorsali e cervicali)
- di continuità della catena viscerale tra le cavità pelvica, addominale, toracica, gola, bocca e lingua.
Funzioni della lingua
La lingua insieme al solco sottolinguale, forma il pavimento della cavitá buccale propriamente detta.
Vediamo le sue molteplici funzioni:
- Assunzione del cibo
- Masticazione
- Formazione del bolo alimentare
- Deglutizione
- Sensibilità gustativa
- Sensibilità tattile
- Fonazione (emissione del linguaggio articolato)
- Respirazione
Suddivisione anatomica della lingua: com’e fatta?
- Corpo (o parte libera o buccale)
- Base (parte faringea) – Volge verso la faringe, l’epiglottide e l’ugola
- Radice (connessione con mandibola, ioide, processi stiloidei) – Costituita da connettivo con vasi e nervi e da muscoli
- Apice: la punta della lingua
- la faccia superiore e la faccia inferiore sono attraversate da un solco mediano
- internamente è costituita da uno scheletro fibroso sul quale prendono attacco i muscoli
- accoglie nel proprio contesto diversi tipi di ghiandole linguali
- sulla parte inferiore si trova un ripiegamento mucoso mediano: il frenulo. Quest’ultimo è attaccato in basso sui piani muscolo aponeurotica del pavimento buccale.
I muscoli della lingua
La lingua è formata da tantissimi muscoli(17 muscoli di cui 8 pari e 1 impari) che uniscono la lingua al sistema muscolo scheletrico adiacente: si distinguono in intrinseci ed estrinseci.
I primi non si inseriscono a capi ossei, ma hanno il loro sviluppo esclusivamente all’interno della struttura linguale. Gli estrinseci hanno una inserzione ossea ed un capo nella struttura linguale. Grazie a loro la lingua può accorciarsi, ispessirsi o appiattirsi.

Muscolatura estrinseca
- Muscolo genioglosso (2): estrinseco, il più voluminoso ; nell’insieme abbassa la lingua sul pavimento buccale e contro la faccia posteriore della mandibola; sposta in avanti lo ioide. Dal “genio” della mandibola (I° arco viscerale)
- M. ioglosso (2): estrinseco, trae la lingua indietro e in basso (II° e III° arco v.)
- M. condroglosso: estrinseco, trae la lingua in basso e indietro; origina dal piccolo corno dello ioide
- M. stiloglosso (2): estrinseco, porta la lingua superiormente e dorsalmente (dal proc. stiloideo (II° arco v.)
- M. amigdaloglosso (2): estrinseco, solleva la base della lingua, applicandola contro il velo palatino. Origina dall’aponeurosi Faringea, vicino alla tonsilla palatina
- M. glossopalatino (o glossostafilino) (2): estrinseco, fa parte del palato molle; è costrittore degli archi glossopalatini; va dall’aponeurosi palatina alla lingua
- M. faringoglosso (2): gli ultimi fasci del genioglosso (m. costrittore sup. della faringe)
Muscolatura intrinseca
- M. longitudinale superiore (2): accorcia la lingua e ruota la punta in alto
- M. longitudinale inferiore (2): accorcia la lingua e la ruota in basso
- M. trasverso della lingua (2): allunga la lingua e la restringe
- M. verticale: schiaccia e allarga la lingua
Muscolatura mimica
I muscoli che interessano di più per la deglutizione sono:
- M. Buccinatore: schiaccia le guance contro le arcate dentarie
- M. Orbicolare del labbro: con la sua contrazione permette il sigillo labiale
- M. Mentoniero: protrude il labbro inferiore.
Innervazione della lingua
L’innervazione plurima della lingua risente della sua formazione multi branchiale così avremo che:
- i due terzi anteriori ricevono l’innervazione sensoriale generale dal V paio (trigemino) e quella speciale gustativa dal VII faciale
- il terzo posteriore per la sensibilità sia generale che gustativa riceve l’innervazione dal IX (glossofaringeo)

- la sensibilità della base linguale fa capo al X(vago)
- la muscolatura longitudinale superiore della lingua proviene dal XII paio di nervi cranici (ipoglosso).

Fisiologia della deglutizione e lingua: conseguenze funzionali
La lingua è un elemento fondamentale nella deglutizione, e come vedremo il suo ruolo è determinante affinchè la bocca si ”modelli” in modo corretto sin da piccoli.
Un corretto atto deglutitorio presuppone chiusura ermetica della bocca.

La deglutizione è un processo complesso basato sul susseguirsi di una serie di contrazioni muscolari che avvengono in modo coordinato e consequenziale e che, solamente per la fase preliminare e orofaringe, coinvolge 31 coppie di muscoli striati. Il bolo alimentare una volta raccolto sulla parte dorsale della lingua, inizia il suo cammino verso l’apparato digerente.
Il processo della deglutizione può avvenire suddiviso in quattro fasi:
- preliminare(o fase di preparazione del bolo)
- orale
- faringea
- esofagea
Fase preliminare
Consiste nel mettere del cibo in bocca e prepararlo per l’ingestione: i cibi solidi e semisolidi vengono masticati, mescolati con la saliva e posizionati sopra la lingua per poter essere deglutiti grazie alla funzione della muscolatura intrinseca ed estrinseca della lingua e delle guance.
Fase orale
La lingua parte da una posizione “neutra” o di riposo (collegata alla Rest position mandibolare) dove, per l’equilibrio presente tra i muscoli protrusori e retrusori, elevatori e abbassatori, il corpo linguale assume una postura non orizzontale, ma leggermente obliqua, con direzione dall’alto in basso e antero-posteriore (mesio-distale). Durante questa fase la lingua si solleva e ruota facendo un movimento peristaltico antero-posteriore, entrando in contatto con il palato e spingendo il bolo posteriormente verso la faringe: questa parte del processo di deglutizione è volontaria ed è controllata dalla corteccia cerebrale (07-1,2 secondi).
La lingua parte da una posizione bassa ed il movimento avviene grazie alla contrazione simultanea del muscolo longitudinale superiore e del muscolo trasverso nella prima fase, seguita dalla contrazione dei muscoli stiloglosso e palatoglosso che tirano la base della lingua in alto e indietro.
Fase faringea
Si tratta di una fase consapevole ma involontaria. Consiste in un’azione riflessa il cui bolo progredisce attraverso la faringe; si svolge rapidamente in 0,6 secondi circa. E’una fase riflessa ed è lo stadio più critico della deglutizione: quando il bolo passa nel faringe entrano in contrazione 1) il muscolo salpingofaringeo per chiudere la tuba ed impedire un reflusso di alimenti dal faringe verso l’orecchio, 2) i muscoli sovraioidei con lo scopo di sollevare l’osso ioide e ,chiudendo il laringe, impedire il passaggio di sostanze nel canale respiratorio, 3) i muscoli costrittore superiore, medio ed inferiore che si contraggono in successione per ottenere la progressione del cibo verso l’esofago.
Fase esofagea
Fase finale della deglutizione inconsapevole e involontaria che consiste in un’onda peristaltica, che inizia nella faringe e fa scendere il bolo dallo sfintere esofageo gastrico, attraverso tutto l’esofago, fin nello stomaco. Questa fase dura generalmente dagli 8 ai 20 secondi ma, negli anziani, la peristalsi è più lenta e i tempi sono più lunghi.
Le otiti e la deglutizione: bisogna sapere che..

Durante l’atto deglutitorio “normale”, con il passaggio del bolo dalla bocca alla faringe (fase faringea), viene a crearsi una pressione aerea negativa (effetto vacuum di aspirazione), responsabile della detersione delle tube di Eustachio con aspirazione dei muchi dall’orecchio verso il faringe e quindi con un’azione di detersione che si ripete ritmicamente 2000 volte nel corso delle 24 ore!
Il muscolo Salpingo-faringeo apre la tuba, si contrae e la tuba si rilascia e apre il volume dell’orecchio creando differenza di pressione (classico esempio di quando andiamo in montagna e deludiamo saliva per aprire le orecchie).
Spot palatino, lingua e stabilità mandibolare:elementi importanti per la postura

Lo Spot palatino si trova fra la papilla interdentale e la prima ruga palatina.
È ricco di recettori quali: Corpuscoli di Meissner, Corpuscoli di Pacini, Corpuscoli di Ruffini, terminazioni lanceolate e terminazioni libere, che intervengono nel controllo posturale e nella modulazione del tono muscolare.
La stabilità della mandibola, durante la deglutizione, permette alla lingua, partendo dalla compressione dell’apice contro lo Spot, di attivare i relativi muscoli in modo efficace e preciso.
Una posizione mandibolare scorretta influenza la mobilità linguale.
La stimolazione delle terminazioni nervose trigeminali a livello dello Spot, dei legamenti Parodontali e dei fusi neuromuscolari dei masseteri permette, grazie al contatto della lingua sul palato, la riprogrammazione delle catene muscolari di collegamento temporo-mandibolare e postura.
Deglutizione normale: la lingua cosa fa
La punta della lingua contatta le rughe palatine; la sua porzione mediana contatta il palato duro, la posteriore si inclina di 45° per fare procedere il bolo.
I mm. masseteri sono contratti, determinando il contatto dei denti molari.
I mm. mimici devono rimanere a riposo e le labbra non si contraggono mai.
Deglutizione atipica o disfunzionale e la lingua
La deglutizione atipica o disfunzionale non è tale fino a due anni e mezzo di vita circa, cioè è assolutamente fisiologica e ci deve essere; si può protrarre fino a 5-6 anni, dopodiché diventa atipica. Infatti questo tipo di deglutizione è funzionale per prendere i liquidi mentre la deglutizione dopo i sei anni è funzionale per prendere i solidi.
Nella deglutizione scorretta le fasi della deglutizione restano le stesse, ma i tempi di transito sono allungati e le contrazioni muscolari avvengono in maniera impropria. La fase orale è quella che più ne risente.
La deglutizione atipica si verifica quando la lingua non è posizionata nella maniera corretta all’interno del cavo orale, e il suo movimento durante l’atto deglutitorio non risulta coordinato con le altre strutture del complesso cranio-cervico-mandibolare.

Abbiamo visto che fisiologicamente la lingua, a riposo nel cavo orale, poggia sul cosiddetto spot linguale o palatino, ovvero con la porzione anteriore che tocca il palato duro (in particolare la parte terminale deve trovarsi sul palato nell’area retroincisiva).
Nella deglutizione atipica la punta della lingua spinge in avanti contro o fra i denti (frontali, per lo più), la parte media della lingua collassa, quella posteriore si solleva contro la volta; la pressione prodotta per effetto della deglutizione viene scaricata contro i denti, come pure la spinta linguale. Il muscolo precisamente coinvolto è il genioglosso, mentre stiloglosso e palatoglosso sono inattivi.

I denti, in generale, risentono di tutto ciò, soprattutto se siamo in presenza di muscolatura debole o disequilibri posturo-funzionali.
Il tipo di danno che si instaura è fondamentalmente il rapporto all’età del soggetto nel quale si sviluppa.
Una lingua che spinge in avanti può provocare nel paziente in crescita una deformazione ossea con malposizione dentale e, frequentemente la comparsa di un morso aperto.

In un adulto che abbia resistito per anni anni alla spinta linguale per merito di un osso particolarmente robusto, con il passare del tempo può instaurarsi un danneggiamento progressivo del tessuto di sostegno degli elementi dentali con comparsa di migrazione e vacillamento prima, e perdita degli stessi in un secondo momento.

La deglutizione in questa circostanza può avvenire soltanto con l’aiuto della pressione positiva che viene ad instaurarsi attraverso la contrazione dei muscoli buccinatore e dell’ orbicolare delle labbra. Essi infatti vengono ad assumere una funzione vicariante importantissima:senza la loro attività di contrazione, la lingua muovendosi in direzione postero-anteriore, verrebbe a spingere il cibo fuori dalla bocca, mentre invece tramite la loro azione di stantuffo il bolo puo’ essere spinto verso il faringe.
La spinta linguale può essere indirizzata anche nei settori laterali delle arcate dentarie, con interposizione tra le arcate e mancata eruzione completa degli elementi dentali con conseguente diminuzione delle dimensione verticale e morso coperto. Tale aspetto paradossale è dovuto ad una lingua che si intromette in entrambi settori laterali, determinando un difetto di eruzione dentaria e, di conseguenza un affondamento del morso per mancanza di contatto tra le due arcate dentarie.

La stessa interposizione è anche a causa dei problemi di mal posizione mandibolare e di patologia dell’articolazione temporo-mandibolare che spesso si riscontrano. Infatti, la presenza di uno spazio libero in eccesso tra le arcate dentarie determina un sollevamento ed un arretramento della mandibola nel momento della ricerca di un’occlusione dentaria.
Nella deglutizione disfunzionale tutta la spinta linguale è diretta contro i denti e le controforze dei mm. Labiali e delle guance sono insufficienti e incapaci di mettere in atto la loro funzione di mantenimento.
Conseguenze della deglutizione atipica: il palato ogivale
Se durante una giornata si ingoiasse una o poche volte, non ci sarebbe alcun problema su una lingua che spinge in modo errato; il fatto è che nelle 24 ore ingoiamo circa 2000 volte e ogni volta la lingua spinge contro i denti con la forza di almeno 1 kg. La pressione esercitata della lingua nella deglutizione normale è diretta contro il palato che, nonostante lo spessore dell’osso, subisce una modellazione.

Il palato ogivale è un palato dove la lingua non ha mai battuto quindi è rimasto più facilmente in estensione: inoltre c’è la presenza di marcate rughe palatine perché appunto la lingua non ci batte e spinge sulle mucose (il cane deglutisce con la lingua bassa quindi ha un palato rugoso).
Infatti nella deglutizione scorretta tutta la spinta finisce contro i denti o tra i denti e questo causa volte grande deformità del palato. Il movimento scorretto determina una mancanza di sostegno del palato stesso e soprattutto una mancanza di spinta del cibo verso la gola: il cibo anzi verrebbe, seguendo il movimento linguale, buttato fuori dalla bocca se non subentrasse la contrazione delle labbra e specialmente delle guance, che sono le massime responsabili della deformazione del palato. Quest’ultimo infatti viene a subire una pressione diretta dall’esterno all’interno della bocca, che non viene bilanciata dalla pressione esercitata dalla lingua che, nella deglutizione scorretta, non supporta affatto il palato. Ciò provoca un restringimento di questo a livello delle regioni laterali ed un suo contemporaneo innalzamento nelle cavità nasali che risultano ristrette, determinando pure una deviazione del setto nasale che, programmato dalla natura per essere di una determinata lunghezza, si deve adattare a svilupparsi in uno spazio minore.

ATM -Articolazione temporo mandibolare e deglutizione atipica

Le spinte disfunzionali tendono ad alterare la disposizione spaziale dei denti, delle ossa mascellari e dei muscoli relativi, provocando la rottura dell’equilibrio delle forze dei conformatori splancnici.
Da ciò, modificazione dei normali rapporti posturali e occlusali con ripercussione a livello ATM e a distanza, per non parlare dei disturbi della respirazione, della fonazione, dell’apprendimento, dell’adattamento.
La deglutizione atipica può essere, anche, di tipo iatrogeno in conseguenza di trattamenti ortodontici o estrazioni dentali (es. estrazione dei premolari o molari che riduce lo spazio a disposizione per la lingua, con conseguente suo spostamento verso il basso, caduta del tono dei mm. sopraioidei e discesa dello ioide).
La respirazione orale: perché si respira con la bocca

Per tutte queste modifiche del palato si ha un conseguente cambiamento dalla respirazione nasale a quella orale, favorita anche dalla posizione bassa della lingua, nella quale prevale la funzione dei muscoli che la spingono infuori su quella dei muscoli che la sollevano in alto e la tirano indietro.
È estremamente importante che noi respiriamo tutti con il naso perché quando si respira bene il cervello si ossigena meglio e si stà più attenti a scuola e si è più forti nell’attività sportiva. Anche il nostro portamento è più corretto e stiamo più dritti, prevenendo problemi alla colonna vertebrale e i mal di schiena.
Quando respiriamo con la bocca, il palato è stretto e alto e ciò determina una diminuzione dello spazio aereo disponibile. L’aumento della resistenza al passaggio dell’aria fa mantenere una respirazione prevalentemente orale, instaurando un circolo vizioso che peggiora sempre più la situazione.

Classificazione delle deglutizioni atipiche
Diamo una definizione alle possibili deglutizioni atipiche:
- Deglutizione a spinta linguale semplice– Bocca aperta e lingua bassa
La lingua viene tenuta in questa posizione da un’eccessiva attività del muscolo stiloiodeo, digastrico, palatoglosso e da una un forte retrazione della fascia viscerale che origina dal tubercolo faringeo dell’occipite e dalla fascia bucco-faringea dei muscoli costrittori della faringe e discende nel torace e nella cavità addominale avvolgendo tutti gli organi.
Il paziente che presenta queste alterazioni assume un tipica postura disfunzionale caratterizzata da una seconda classe occlusale con morso profondo, cervicale alta in estensione e capo anteposto (questo avviene per l’eccessiva trazione sul tubercolo faringeo che, situato nella porzione anteriore dell’occipite, provoca l’estensione della articolazione atlooccipitale), chiusura anteriore del cingolo scapolo-toracico (per effetto dell’iperprogrammazione dei muscoli pettorali), ipotono della muscolatura addominale e ipercifosi dorsale.
Tipica di questo paziente è la respirazione orale, ovvero con la bocca anziché con il naso. Respirare con la bocca significa non riscaldare l’aria a sufficienza e non purificarla grazie all’azione del muco e della ciglia delle cellule che ricoprono le fosse nasali. Ciò può predisporre a soffrire di infiammazioni croniche e ricorrenti delle vie aeree superiori, inoltre un mancato sviluppo delle ossa mascellari, e quindi dei seni paranasali (conseguente alla mancata forza plasmatrice della lingua sul palato duro , ne implica una difficoltà di drenaggio che favorisce sinusiti croniche e recidivanti.
Nei bambini la respirazione orale è connessa all’iperattivazione dell’anello di Waldeyer, ovvero quella struttura linfoide che contiene tonsille e adenoidi. Per cui questi pazienti sono predisposti più di altri a soffrire di tonsilliti e adoiniti.
In più l’ipertrofia di queste strutture, conseguenti ad una respirazione orale, limita fortemente il drenaggio delle tube uditive nei bambini causando molto spesso otiti ricorrenti.
- Deglutizione a spinta linguale contro gli incisivi superiori – Morso anteriore , protrusione linguale, assenza di tono dei muscoli elevatori , separazione delle arcate con interposizione della lingua, problematiche ai muscoli masticatori, malocclusioni, difficoltà a inghiottire.
L’iperprogrammazione della muscolatura del pavimento buccale (genioglosso bilaterale) può portare il paziente a deglutire spingendo la lingua contro gli incisivi superiori provocandone spesso lo sventagliamento anteriore e determinando l’apertura del morso, ovvero la formazione di una beanza anteriore fra l’arcata superiore e quella inferiore che viene così occupata dalla lingua.
Mediamente si deglutisce 1200/1400 volte al giorno (circa una volta al minuto) e questi pazienti lo fanno estendendo la cervicale medio-alta (articolazioni C0-C1 e C2-C3) anzichè con una leggera flessione.
Questo movimento scoordinato fra lingua e cervicale predispone il paziente una degenerazione precoce delle strutture articolari, discali e capsulo-legamentose della cervicale provocando cervicalgie e cefalee.
- Deglutizione con spinta linguale laterale – La lingua è deviata lateralmente
La causa della lingua deviata lateralmente e dovuta alle differenti attività fra i muscoli del palato boccale destro e sinistro, in particolare fra questi i muscoli digastrico, genioglosso, genioideo, miloideo e quindi da una meccanica alterata del complesso lingua – mandibola – ioide – temporale.
Questi muscoli fanno parte anche della catena muscolare crociata anteriore cervicale che a sua volta è in continuo con le altre catene crociate del tronco e degli arti superiori e inferiori, per cui una qualsiasi alterazione posturale nel corpo si può trasferire attraverso queste catene muscolari alla lingua alterandone la posizione.
Spesso in questi pazienti si ritrovano disfunzioni somatiche a carico delle articolazioni atloccipitali sia perché la differenti tensioni miofasciali della muscolatura linguale si ripercuotono, come spiegato in precedenza, sull’occipite attraverso la fascia bucco- faringea, sia perché, adiacente all’articolazione atlooccipitale, è presente un piccolo foro sull’occipite dal quale fuoriesce il nervo ipoglosso XII (nervo deputato all’innervazione motoria dei muscoli linguali), il cui scorrimento può essere alterato da una disfunzione di questa articolazione provocando una lieve, ma sufficiente a modificare la meccanica linguale, diminuzione di conduzione nervosa verso la muscolatura linguale.
Questa postura linguale determina una crescita asimmetrica delle ossa mascellari e del palato duro predisponendo l’insorgere di un cross-bite o morso incrociato, ovvero una deviazione laterale della mandibola sul mascellare.
- Deglutizione infantile propriamente detta – Spinta linguale importante fra le arcate (riflesso infantile), perdita di espressività (mimica), respirazione orale e bocca aperta in permanenza.
La lingua in una visione osteopatica
Seguendo un ragionamento osteopatico e quindi considerando la globalità del corpo, possiamo affermare che i danni causati da una deglutizione scorretta non si esauriscono a livello orale, ma interessano altri organi ed apparati che vengono variamente colpiti.
Come abbiamo visto la lingua è un importante e determinante elemento affinche ogni atto deglutitorio sia fisiologico: questa è un mirabile esempio dell’intima e reciproca interrelazione tra struttura e funzione(deglutitoria) ,principio fondamentale in osteopatia.
Per capire come la lingua possa influenzare tutto il corpo dobbiamo ricordare i concetti di catene miofasciali:esaminiamo quella linguale.
Le catene miofasciali – CATENA LINGUALE
Le catene muscolofasciali illustrano la successione delle zone particolarmente sollecitate nell’analisi dello schema posturale. Rappresentano sequenze definite di muscoli e fasce al cui interno si attua un passaggio preferenziale di tensione (propagazione).La struttura fasciale forma un involucro superficiale del corpo e, con le sue ramificazioni, penetra nell’intimità delle strutture fino al rivestimento cellulare (citoscheletro).
Ogni sollecitazione (stiramento, compressione, disfunzione) a qualsiasi livello del sistema miofasciale provocherà ripercussioni sull’insieme della struttura, anche a distanza, condizionando la postura segmentaria e globale del corpo.

La catena linguale prende in considerazione la lingua e le sue connessioni muscolofasciali e osteoarticolari.
È una catena retta anteriore in stretta relazione con il sistema viscerale del collo, addominale e pelvico, controlla la deglutizione e la linea di gravità anteriore, mette in relazione bacino e mandibola (con l’aggiunta degli arti superiori e inferiori).
La catena linguale: anatomia
Seguendo un percorso cranio-caudale possiamo descrivere questa catena linguale. Origina dalla ghiandola Pineale dirigendosi verso il seno retto, l’occipite, il timpano, sino alla mandibola. Si continua con la catena antero-mediale.
Dalla mandibola, connettendo (grazie ai relativi muscoli) ioide, clavicola, sterno, coste,raggiunge il pube ed entra nella costituzione del perineo.
Fa parte delle aponeurosi cervicale superiore e media anteriore, toracica superficiale, dei grandi retti dell’addome e linea alba.
Segue gli arti superiori dal grande pettorale al pollice e gli inferiori dal piramidale all’alluce.
Schematicamente la struttura della catena linguale e’ data da:
- Muscoli della lingua (17)
- parte alta del tendine centrale del corpo
- asse aponeurotico centrale (ACC)
- fascia dell’esofago e fascia mediastinica
- diaframma (trifola diaframmatica)
- pilastri diaframmatici
- Psos
- Adduttori e inserzioni della zampa d’ oca
FUNZIONE
- Favorisce il movimento di apertura e chiusura (arrotolamento) del corpo.
- consente i movimenti arcaici legati all’alimentazione, digestione, riproduzione, cooperando alla sopravvivenza della specie.
- grazie al tono presente durante la vita intrauterina, determina il caratteristico aspetto “rannicchiato” del feto, con gli arti superiori e inferiori in atteggiamento di flessione e adduzione. Dopo la nascita la catena postero-mediale determinerà l’estensione del rachide e l’abduzione degli arti.
Considerazioni osteopatiche sulla lingua
La lingua, in ottica osteopatica, può essere considerata un diaframma, quindi una struttura fasciale.
La spinta linguale sullo spot palatino(sopra la linea degli incisivi superiori ,retro incisivo), in fase deglutitoria, esercita una pressione-stimolazione sul canale palatino e sul nervo palatino(branca del trigemino V2 ramo mascellare), che è stato visto in collegamento con i centri vestibolari immediatamente davanti il cervelletto, dove sono allocati dei riflessi di raddrizzamento: quest’azione di raddrizzamento è quindi neurologica.
Inoltre la spinta della lingua in alto perpendicolare sul vomere, attiva meccanicamente il Meccanismo Craniale Ritmico o impulso cranico (MRP). Dal vomere alla glabella dell’osso frontale, attraverso lo sfenoide, si attacca la falce cerebrale ovvero un tessuto connettivo che separa i due emisferi: qui termina la catena statica di raddrizzamento, una catena molto connettivale che “ci tiene in piedi”, tirata da un tirante che non è altro che la catena linguale.
La messa in tensione della catena linguale parte dalla stessa lingua che spinge sullo spot Palatino.
La suzione e la deglutizione, grazie alla fascia faringea collegata alle meningi, sono uno dei primi motori del movimento craniale ritmico.
La lingua e la sua funzione costituiscono il primo meccanismo di pompaggio del liquido cefalorachidiano.
L’osso ioide, supporto della lingua, funge da regolatore della tensione anteriore.
Le alterazioni della funzione linguale, in generale, causano effetti posturali simili a quelli dello squilibrio occlusale e delle disfunzioni osteopatiche fasciali del cranio e del collo.
Vi è un collegamento diretto fra mascellare, volta del palato, lingua, ioide e rachide cervicale. Qualsiasi disfunzione, anche muscolare, a questo livello, potrebbe essere responsabile, ad esempio, delle recidive dei trattamenti ortodontici.
Nell’allattamento la lingua spinta in alto e in avanti, spingendo il capezzolo verso il palato, attua la chiusura.
Nell’adulto la chiusura dello spazio è garantita dalle labbra.
Nella deglutizione atipica i disturbi deglutitori porteranno a malocclusioni (es. morso aperto, beanze) e saranno, in seguito, interessate le arcate dentali, la fonazione, la respirazione, la postura e la stessa personalità.
Il persistere di una lingua che non si schiaccia più contro il palato, subisce la pressione dei muscoli buccinatore dall’esterno verso l’interno che creano una spinta sul mascellare in alto.
Ciò determina importanti modificazioni del palato che diventa ogivale e tende ad andare sempre più verso la rotazione interna (RI) e portare il cranio verso l’estensione, mancando lo stimolo della flessione cranica.
Effetti della deglutizione scorretta su organi e apparati
Quindi andiamo ad analizzare i danni causati da una deglutizione scorretta su alcuni organi ed apparati del corpo.
Lingua e apparato respiratorio
L’apparato più intimamente coinvolto è quello respiratorio. Gli squilibri muscolari, determinano anomalie di forma del palato che si introflette nelle cavità nasali diventando stretto ed alto (il cosiddetto palato ogivale visto prima) e ciò determina, una diminuzione dello spazio aereo disponibile.
L’aumento della resistenza al passaggio dell’aria che ne consegue, favorisce una respirazione prevalentemente orale, instaurando un circolo vizioso che peggiora sempre più la situazione.
Il palato stretto o ogivale condizioni infatti una difficoltà della lingua a sollevarsi al di sotto di esso, per una incongruità progressivamente crescente tra grandezza della lingua stessa e diametro dell’arcata dentaria superiore.
La postura bassa della lingua che ne consegue e la sua alterata funzione tendono a favorire ancora di più la respirazione orale e la pressione delle guance, che reiterano l’effetto complessivo sul palato durante ogni atto deglutitorio.
Quando si respira con la bocca, il muco che si forma nei seni paranasali tende a ristagnare, non essendo asportato dal flusso d’aria, e ciò induce un aumento di volume delle adenoidi, che sono costrette ad un maggior carico di lavoro; quindi si tratta di solito di adenoidi soltanto più voluminose del normale e non infiammate.
Lo stesso può capitare le tonsille che anche se sono soggette ad un lavoro maggiore, essendo la maggior parte dell’aria convogliata nel cavo orale, dove il filtro costituito proprio dal tessuto tonsillare.
Lingua ed apparato digerente
La pressione positiva che viene a crearsi nel cavo faringeo durante l’atto deglutitorio determina ingestione di aria (la cosiddetta aerofagia), tendenza al “colon irritabile”, sensazione di ripienezza, che porta la persona ad interrompere il pasto, salvo poi aver fame dopo poco tempo, ma avvertendo di nuovo, dopo pochi bocconi una sensazione di sazietà. Alla sensazione di distensione addominale si accompagnano frequentemente eruttazioni e flatulenze per l’eliminazione del gas in eccesso.
Lingua e orecchio
Il bambino che ingoia male (deglutizione atipica) è spesso affetto da otiti, inizialmente catarrali, che successivamente possono divenire purulente; esse sono frequenti soprattutto nella prima infanzia ed anche per esse si è voluta ricercare la causa nella pressione positiva che potrebbe determinare un’inversione del flusso dei secreti presenti nell’orecchio medio e nelle tube di Eustachio , secreti che, anziché essere aspirati e drenati nel cavo faringeo durante l’atto deglutitorio (spremuti per così dire dalla contrazione del muscolo salpingo-faringeo), verrebbero a ristagnare all’interno della tuba e dell’orecchio.
Lingua e acufeni
Il problema degli acufeni è un problema molto comune che prende una buona parte della popolazione e che spesso mi trovo ad affrontare nei miei pazienti. Possiamo dire che la stessa variazione di pressione aerea all’interno dell’orecchio è stata presa in considerazione per spiegare i miglioramenti o la scomparsa spesso completa degli acufeni in giovane età , patologia correlata anche con problematiche circolatorie e con mal posizioni mandibolari (malocclusioni). Ovviamente per il problema degli acufeni prima si interviene e meglio è poiché in soggetti adulti se non si è corretta la posizione della lingua e le arcate dentarie ,nel tempo questo problema non presente in giovane età ,sopraggiungerà successivamente con difficoltà a risolversi.
Le ipotesi più recenti , in confortati anche dei miglioramenti ottenuti con un trattamento miofunzionale (lavoro sulla lingua),dicono che la genesi gli acufeni sarebbe legata alle variazioni pressorie all’interno dell’orecchio. In condizioni normali i suoni, vengono trasmessi come vibrazioni dalla membrana timpanica a quello della chiocciola attraverso la messa in risonanza degli ossicini dell’orecchio fino alla staffa che, appoggiata sulla membrana cocleare, trasmette le vibrazioni al liquido all’interno di questa, provocando la comparsa di onde che vanno a stimolare le cellule del Corti, inglobate nella sua parete. Qui lo stimolo meccanico viene trasformato inviato all’encefalo.
Alterazioni della pressione aerea darebbero luogo, soprattutto durante l’atto deglutitorio, ad una compressione della membrana cocleare, producendo onde che verrebbero percepite come un suono vago e fastidioso(acufene,ronzio).
Lingua e vista
Una lingua disfunzionale e quindi una deglutizione atipica può disturbare gli occhi, non solo come capacità visiva ma anche e soprattutto come funzione di messa a fuoco binoculare. Sono molti i pazienti che, a fianco ad una deglutizione scorretta, presentano problemi di forie , strabismi conclamati, o più semplicemente stanchezza oculare. Nei pazienti giovani a seguito di una rieducazione muscolare oro-facciale, si è potuto riscontrare un miglioramento della coordinazione oculare e della motilità oculare in genere, con scomparsa di occhio pigro e strabismi, ma anche miglioramenti del visus con scomparsa di miopie e ipermetropie.
La spiegazione risiede nel fatto che l’osso mascellare, oltre a costituire il palato, fornisce anche il pavimento dell’orbita. Un palato ristretto si accompagnerà quindi, molto frequentemente ad un’orbita ristretta le cui suture mostrano poca o scarsa mobilità, con la conseguenza che l’occhio è costretto ad adattarsi in uno spazio che presenta un diametro latero-laterale ristretto rispetto all’esigenza di una sfericità dell’occhio ,che e’costretto ad allungarsi per adattarsi alle disponibilità di spazio. Un recupero di ampiezza del diametro permetterà all’occhio di riaquistare sfericità e formazione dell’immagine a livello retinico.La stessa ristrettezza dell’orbita può spiegare pure le difficoltà di funzionamento dei muscoli estrinseci che vengono a perdere l’equilibrio indispensabile per la visione binoculare senza sforzo.
Lingua e postura
Le problematiche posturali sono spesso intimamente legati a squilibri della muscolatura oro-facciale e gli studi delle catene muscolari spiegano le modalità di integrazione funzionale delle varie strutture corporee che partecipano all’instaurazione di atteggiamenti posturali scorretti.
Dobbiamo considerare sempre che la catena muscolare antero-mediana trova la sua origine a livello della base cranica proprio in linea con l’inserzione dei muscoli linguali. Tale catena coinvolge, tra gli altri, i muscoli della superficie mediale della coscia e della gamba fino all’alluce.
Molte scoliosi “idiopatiche” trovano miglioramenti con una rieducazione miofunzionale.
Se non funziona questa catena, e abbiamo una deglutizione disfunzionale, in un bambino potremmo avere questo atteggiamento:
- Atteggiamento del bambino piegato su se stesso gambe chiuse in adduzione
- Retropiede valgo
- Appoggio interno
- Ginocchia valghe
- “Seduto” sul diaframma (pancetta piena di aria)
- Spalle anteposte
Osteopatia e ortodonzia
Ogni ortodonzia corregge i denti ma non può correggere nessuna disfunzione linguale né tantomeno nessuno schema cranico. Ma allo stesso tempo sarà opportuno un lavoro di equipe con l’ortodonzista per correggere l’occlusione, le arcate dentarie ed il morso.
Un buon ortodontista dovrà avere una visione globale e non solo “dentocentrica” e cominciare a cercare fuori dalla bocca per una visione più globale.
Se è vero che i denti occupano lo spazio libero tra lingua e guance, ossia tra due gruppi di muscoli antagonisti, il lavoro sarà quello di controllare le inserzioni di questi muscoli di verificare il cranio e quanto vi è collegato grazie al lavoro di un buon osteopata, lavorare con una terapia mio-funzionale poi si valuterà cosa c’è da modificare effettivamente nell’occlusione.
Lo stato dei denti è perlopiù un effetto di qualcosa che si deve cercare, non è una causa. A questo punto a maggior ragione può essere rilevante verificare l’azione della lingua nello sviluppo del cranio e dell’occlusione.
L’osteopata potrà lavorare con una rieducazione muscolare per quanto riguarda la lingua, trattamenti con rilascio miofasciale sulla lingua e per lo schema cranico trattamenti cranio sacrali.
Grazie alle manovre osteopatiche possiamo riposizionare una lingua con una postura scorretta e ridarle mobilità facilitando il lavoro del terapista miofunzionale.
Inoltre le trazioni sulla lingua eserciteranno ,attraverso le sue inserzioni sull’osso temporale e sullo sfenoide un’azione di liberazione sulle suture craniche bloccate favorendo il movimento di flessione ed estensione cranica (Movimento Respiratorio Primario MRP).
Sarà importante poi lavorare sul tratto cervicale , sui muscoli della respirazione e la gabbia toracica(diaframma , scaleni e piccoli pettorali) non tralasciando se necessario il trattamento viscerale.
Esercizi per la lingua e cervicalgia
Per quanto riguarda esercizi rieducativi il lavoro sarà mirato ad una rieducazione del diaframma, esercizi di allungamento delle catene muscolari tramite Posture Mezieres ed un buon programma di tonificazione generale.
Nel mio programma Total Body Postural adjustment lavorerò a 360 sulla persona con personalizzazione degli esercizi e dei trattamenti osteopatici ,avvalendomi di collaboratori professionisti (Ortodonzista, Logopedista) a seconda delle esigenze.
Vi lascio comunque alcuni esercizi generali per quanto riguarda i muscoli della lingua e dei muscoli masticatori, e degli esercizi per la cervicale ,il diaframma e le Posture Mezieres in catena muscolare.
Problemi alla lingua e deglutizione atipica come si riconosce?
Riferendomi a pazienti adulti che si sono presentati nel mio studio nei quali ho trattato la lingua, posso dire che nessuno di loro è mai venuto per un dolore alla lingua! La lingua in disfunzione non fa male.
I problemi per cui ci si può rivolgere ad un osteopata sono:
- problemi respiratori(diaframma bloccato)
- problemi alla tiroide
- click mandibolare
- acufeni e ronzii
- metatarsalgia
- problemi digestivi(reflusso gastro esofageo,colite)
- cervicalgia
- cefalea muscolo tensiva
- mal di schiena
Allora cosa aspetti? Se hai una di queste problematiche potresti avere una lingua disfunzionale o una deglutizione atipica ….
Prenota una visita per controllare la tua postura ed riequilibrare il corpo.
Ciao, sono Simonetta Alibrandi , Osteopata , Posturologa e personal trainer, responsabile del sito. Scopri chi sono..