
Negli ultimi anni il proliferare di scuole di osteopatia non sempre certificate e garanti degli standard di qualità necessari per offrire trattamenti osteopatici eccellenti e la mancanza di un vero e proprio albo, ci costringe ad offrire ai pazienti alcune linee guida per riconoscere se sono capitati in mani affidabilio presso personale non qualificato ed improvvisato.
Tenete a mente questi semplici, ma importanti 7 punti quando affidate la vostra salute ed il vostro corpo ad un osteopata.
1 Osservazione e colloquio
Il primo punto da considerare per valutare l’operato di un buon osteopata è certamente l’osservazione e colloquio preliminare.
Il trattamento osteopatico che andremo a ricevere infatti sarà. il frutto dell’attenta osservazione del professionista.
Dovranno essere raccolti tutti i dati importanti (anamnesi) per ricostruire le cause che hanno determinato i sintomi che ci hanno condotto a richiedere l’intervento dell’osteopata.
Un buon osteopata pertanto è colui che fa del colloquio preliminare il primo atto osteopatico arricchendolo di test per rendere più accurato, sicuro ed efficace il suo trattamento. Diffidate pertanto dall’osteopata che in modo sbrigativo vi mette subito sul lettino a subire le sue manovre, mentre considerate che un bravo osteopata porrà molta attenzione alle vostre parole ed alle vostre preziose descrizioni.
2. Referti ( risonanze e radiografie)
In presenza di un dolore persistente da molto tempo o di sintomi neurologici come parestesie o deficit di forza, un osteopata coscienzioso non deve procedere al trattamento osteopatico senza aver esaminato con attenzione i referti diagnostici quali risonanza magnetica, TC, radiografia ed eventualmente elettromiografia del paziente.
Siate voi stessi in presenza di tali disturbi ad evitare il trattamento se il professionista che avete di fronte si dispensa dall’osservare questa semplice, ma fondamentale regola professionale.
3. Lettino Osteopatico
L’osteopatia è una scienza davvero articolata e completa, e come tale le possibili manovre e manipolazioni richiedono una estrema versatilità del lettino e del posizionamento di paziente ed osteopata.
Il lettino osteopatico ha una forma diversa dei normali lettini per fisioterapia, ha la possibilità di regolare l’altezza, è più fino quindi permette all’osteopata una presa migliore sul paziente ed una migliore manovrabilità degli arti. In definitiva permette all’osteopata di esprimere al meglio il suo talento
Per questo motivo vi chiediamo di considerare anche questo aspetto per giudicare un buon osteopata.
4. Trattamento in slip
Per esprimere al meglio le potenzialità del trattamento osteopatico, il paziente deve essere libero da ingombri come catenine, bracciali, orologi e vestiti. Per giudicare un buon osteopata utilizzate anche questo dettaglio, controllate se vi chiede di rimanere in slip, se invece vi lascia vestiti, non si tratta di un professionista ed esegue il suo lavoro in modo sommario ed improvvisato.
5. Lavoro sulla globalità
Questo aspetto è più complesso da valutare, ma vogliamo comunque darvi gli strumenti pratici per poterlo controllare. Dovete sapere che uno dei principi fondamentali del l’osteopatia è la globalità, ovvero la proprietà dell’organismo di adattarsi ai cambiamenti ed agli eventi patologici in modo del tutto sistemico, per questo qualsiasi trattamento rivolto al recupero deve considerare il corpo nella sua totalità e non la singola parte del corpo dove percepiamo il dolore.
Un classico esempio sono i problemi di schiena causati da disturbi della postura. Per questo per valutare un buon trattamento osteopatico tenete a mente che l’osteopata non si concentrerà solo sulla parte del corpo dove percepite il dolore, ma rivolgerà la sua attenzione anche sui segmenti corporei vicini anatomicamente o connessi dal punto di vista funzionale.
6. Curriculum, studi e riconoscimenti
Quando affidate la vostra salute ad un osteopata, lo state a tutti gli effetti assumendo. Ed ogni assunzione è preceduta da una analisi delle credenziali del professionista a cui affidiamo il lavoro. Nel campo dell’osteopatia gli aspetti da valutare non sono sempre chiari, vogliamo tuttavia offrirvi 3 linee guida per dare una valutazione alle credenziali dell’osteopatia professionista.
– LAUREA: purtroppo negli ultimi anni alcune scuole di osteopatia hanno aperto le porte dei propri corsi anche a studenti non laureati, vi ricordiamo che L’osteopata professionista è un laureato in Medicina e chirurgia o in fisioterapia o un laureato in Scienze Motorie.
– CORSO: sono molte le scuole di osteopatia, ma non tutte garantiscono le stesse certificazioni e standard di qualità. Un corso in osteopatia che si rispetti non dura meno di 5 anni.
– ALBO: non esiste un vero e proprio albo ufficiale e riconosciuto di osteopati e questo rende per il paziente molto difficile orientarsi in questo campo. Esistono tuttavia enti che raccolgono i nominativi degli osteopati che hanno frequentato con successo le migliori scuole di osteopatia garantendone gli standard qualitativi. Uno di questi è il R.O.I.
7. Risoluzione a breve del problema
È nel DNA dell’osteopata coscienzioso e di talento, risolvere il problema del proprio paziente nel minor tempo possibile e quindi con il minor numero di sedute possibili. L’osteopatia è una scienza spettacolare ed efficace in moltissimi casi, diffidate da chi allunga volutamente il numero delle sedute. Di solito bastano 2-3 sedute , a volte 1 per stare meglio ed e’ buona regola rivedere il paziente dopo 3-4 mesi per una visita di controllo.
Personalmente rilascio sempre ai pazienti degli esercizi personalizzati e dello stretching da fare in autonomia per mantenere le correzioni del trattamento, indipendentemente dall’attività sportiva che praticano. Spesso i muscoli “viziano” la postura e alcuni vincono su altri diventati più’ deboli. Inoltre se necessario consiglio una sana alimentazione che e’ il nostro carburante, perche’ alla fine noi siamo quello che mangiamo!!
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Ciao, sono Simonetta Alibrandi , Osteopata , Posturologa e personal trainer, responsabile del sito. Scopri chi sono..