Gli acufeni cosa sono, le cause ,cosa può fare l’osteopatia e l’esercizio fisico posturale. Con questo articolo voglio approfondire le varie cause che portano agli acufeni , cosa può fare l’osteopatia e come poter migliorare la nostra postura. Nel mio studio di osteopatia a Roma si rivolgono sempre più pazienti di tutte le età , anche giovani ,che lamentano questo disturbo: ho voluto condividere con voi le mie esperienze professionali , i risultati ottenuti con l’aiuto combinato dell’osteopatia, dell’esercizio fisico e delle correzioni posturali, oltre naturalmente ,se necessaria ,la collaborazione con ortodonzisti.
Farò una panoramica su tutti i fattori che a mio avviso,(supportati anche da articoli scientifici) si sommano per arrivare al fastidioso acufene.
A riguardo vi lascio il link degli articoli scientifici interessanti che supportano le mie idee a riguardo del problema acufene:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27965530/. “The Effect of Physical Therapy Treatment in Patients with Subjective Tinnitus: A Systematic Review”
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28286241/. “Prognostic indicators for decrease in tinnitus severity after cervical physical therapy in patients with cervicogenic somatic tinnitus“
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30978269/. “Does Conservative Temporomandibular Therapy Affect Tinnitus Complaints? A Systematic Review”
Cos’è l’acufene?
L’acufene è un sintomo che consiste nella percezione di suoni e rumori di vario tipo (fischi, fruscìi, ronzii, scrosci, e altri ancora) che vengono avvertiti, nella maggioranza dei casi, solo dal soggetto affetto da tale disturbo (si tratta cioè di acufeni soggettivi). Possono insorgere all’improvviso o gradualmente, possono essere continui o discontinui, possono interessare un orecchio o entrambi, o essere riferiti come interni alla testa.
L’acufene come si manifesta?
L’acufene può esprimersi in molti modi:

- un fischio sottile tipo pentola a pressione
- un ronzio più grave tipo ronzio elettrico
- un suono variabile e diffuso su tutte le frequenze dell’udibile (es. cinguettio, cicale, grilli, cigolio, friggitrice)
- un suono pulsante come il cuore o intermittente come uno scatto meccanico.
Quanti tipi di acufeni conosciamo?
Possiamo suddivide gli acufeni in quattro gruppi principali:

- Acufene Soggettivo :è la forma più comune di acufene che solo la persona riesce a sentire ed è spesso causata dall’esposizione a suoni ad alto volume
- Acufene Oggettivo : è la solo forma di acufene che può essere rilevata da un osservatore esterno, di solito con l’uso di uno stetoscopio, questo va’ in sincrono con il battito cardiaco
- Acufene Sensoriale o Neurologico : è di solito l’effetto collaterale di un sistema uditivo danneggiato,causato da disordini di vario tipo che influiscono sul modo in cui il cervello elabora i suoni
- Acufene Somatico : è anche definito acufene conduttivo, cioè causato da funzioni esterne, piuttosto che da cause sensoriali/neurologiche,solitamente associato ai movimenti e al contatto fisico.
Per le mie competenze prenderò in considerazione in questo articolo gli acufeni somatici,quelli cioè associati a problemi della postura,ai muscoli del collo ,alla colonna cervicale e all’occlusione.
È indicata prima di tutto una visita specialistica otorinolaringoiatrica o audiologica: sarà competenza dell’audiologo indagare durante la visita il tipo dell’acufene ,la presenza di modulazione dell’acufene in risposta a specifiche manovre, compiendo quella che viene definita valutazione somatica dell’acufene.
Le cause degli acufeni

Parlare di acufeni significa considerare la persona in toto mente e corpo.
La caratteristica dell’acufene è quella di non riconoscere una sola causa . Faccio l’esempio di un paziente che si presenta nel mio studio con un mal di schiena cronico, in grado di alterare la sua qualità di vita ,ma non per questo inquadrabile immediatamente in una patologia precisa ma piuttosto dovuto a protrusioni, problemi viscerali come la colite, postura sbilanciata anteriormente o posteriormente, ecc. Per l’acufene è la stessa cosa, bisognerà indagare e trovare le principali cause che lo hanno provocato.
Quindi nella maggior parte dei casi l’acufene è il risultato di più concause che, agendo simultaneamente, provocano una sorta di scompenso degli equilibri fisiologici a carico dell’orecchio: ecco il motivo per cui si parla di multifattorialità.
L’insorgenza degli acufeni in molti casi è legata :
- traumi acustici
- baro traumi
- una forte associazione con degli stress emotivi e l’ansia
- farmaci ototossici
- infezioni auricolari
- problemi metabolici
- problemi vascolari
- problemi ormonali
- problemi posturali
- problemi occlusali
- problemi cervicali
L’acufene da cosa dipende?
Quando l’udito è nei limiti della norma in relazione all’età del soggetto interessato, è obbligo pensare ad acufeni di origine extraotologica, ossia ad acufeni somatici che originano da alterate interazioni tra apparato uditivo e apparato muscolo-scheletrico.
In questo caso potrebbero essere interessati in particolar modo :
- l’articolazione temporo-mandibolare
- la colonna cervicale
- i muscoli del collo
Le cause degli acufeni
La causa di questi acufeni sarebbe dunque da ricercare in traumi o microtraumi ,che causano delle discordanze sulla postura. Per esempio , per citare una vicinanza regionale, la posizione anatomica dell’organo dell’udito è a stretto contatto con il condilo mandibolare (dunque con l’articolazione temporomandibolare o ATM); tale struttura a sua volta è collegata alla tuba di Eustachio( vedi dopo i capitoli su ATM e tuba di Eustachio)per cui in caso di una sua disfunzione (sublussazione, malocclusione…) i suoi anomali movimenti possono dare origine alla percezione degli acufeni.
Allo stesso modo un trauma o patologie degenerative a carico del rachide cervicale possono essere responsabile di stati contratturali della muscolatura del collo e della bocca che, andando ad interagire con le strutture dell’orecchio medio, possono essere responsabile della comparsa di acufene, non tanto perché tali alterazioni producano dei rumori ma perché generano degli stimoli elettrofisiologici a carico delle strutture nervose dell’orecchio che vengono erroneamente interpretati dalle strutture centrali come suoni.
In questi tipi di acufene può spesso accadere che il suono si modifichi (in altezza, durata e intensità) sulla base dei movimenti mandibolari o cervicali che compie chi ne soffre: può quindi aumentare quando viene ruotata la testa verso un lato piuttosto che dall’altro, dopo i pasti, essere migrante (verificandosi prima da un lato e poi dall’altro), essere peggiore dopo aver compiuto movimenti di flessione o estensione del collo.
Quindi andiamo a vedere nel dettaglio le connessioni degli acufeni con:
#1 postura e acufeni

La postura errata in molte situazioni potrebbe determinare una tensione eccessiva non solo dei muscoli del collo, ma anche di tutta la colonna vertebrale, soprattutto il tratto cervicale e dorsale. E questa è una condizione da evitare soprattutto in quelle persone che svolgono una vita sedentaria e soggetti anziani che tendono a rimanere fermi per più tempo nell’arco della giornata. Ma non si tratta di un fenomeno presente col passare degli anni, dato che potrebbe mostrarsi anche in studenti o persone che lavorano in posizione ferma per svariate ore al giorno.
#2 ansia e acufeni

Sono sempre di più le persone giovani con udito perfetto, che se poste in una stanza isolata acusticamente,sentono suoni tipici dell’acufene. Ognuno di noi, nel silenzio, può rilevare, come suono, l’attività elettrica del cervello. Anche se alcune zone del sistema uditivo sono più attive di altre, ogni singolo neurone delle vie acustiche può contribuire alla percezione finale dell’acufene. Inoltre la suggestione è in grado di potenziare la percezione di suoni che non esistono.
Non tutte le persone che soffrono di acufene sono disturbate nelle loro attività quotidiane. La ragione non è determinata dall’intensità dell’acufene, ma dall’importanza che se ne attribuisce.
Persone con il medesimo grado di acufene reagiscono in modo differente. Alcuni soffrendone in modo particolare, altri meno o per nulla. La principale differenza è che i pazienti in cui l’acufene risulta molto fastidioso vivono questo sintomo con ansia, come una minaccia o comunque come qualcosa di molto pericoloso per la propria integrità fisica.
Più il cervello si concentra sull’ascolto dell’acufene, maggiore diventa la percezione del disturbo. In pratica il cervello cade in un circolo vizioso dove più si ascolta l’acufene, più lo si percepisce e più lo si ritorna ad ascoltare e così via.
#3 colonna cervicale e acufeni
La colonna cervicale può essere coinvolta nella comparsa degli acufeni. Si potrebbe essere in presenza di protrusioni discali , ernie e colpi di frusta: questi ultimi tendono a rettilineizzare il tratto di colonna cervicale inferiore(da C3 a C7)e a stirare le meningi che conseguentemente portano il tratto cervicale superiore (cranio, C1 e C2)in estensione, condizione compressiva dei muscoli e centri nervosi a questo livello. Queste sono condizioni che bisogna necessariamente curare con l’osteopatia e la ginnastica posturale per evitare di andare incontro a neuropatie da compressioni o anche patologie neurodegenerative.

#4 prime vertebre cervicali ,atlante (C1),epistrofeo (C2) e acufeni
Sappiamo che il cervello controlla il nostro corpo attraverso i nervi. I nervi partono dal cranio e scendono attraverso la colonna vertebrale nel tronco encefalico prima e poi nel midollo spinale. La più alta concentrazione di fibre nervose si trova appunto a livello del tronco encefalico, che esplica la propria fisiologia all’interno delle prime due vertebre cervicali C1 Atlante e C2 Epistrofeo.
Il complesso Occipite (C0),Atlante (C1), Epistrofeo (C2) (OAE), primo tratto del rachide cervicale puo’ essere “sovraccaricato” per:
- per rettilineizzazione del rachide cervicale inferiore, (non è più nella sua fisiologica posizione)
- problemi di stress emotivi
- problemi posturali
- problemi vascolari
Infatti, dal momento che l’OAE ha la funzione di sorreggere la testa e mantenere l’orizzontalità dello sguardo, attraverso svariate connessioni muscolari (muscoli suboccipitali), quegli stessi muscoli vengono messi in tensione e sottoposti ad una pressione eccessiva, con la conseguenza di dolore e tensione sub-occipitali ,mal di testa, acufeni e vertigini. Con l’instaurarsi di questo circolo vizioso si inizia a mettere sotto sforzo biomeccanico i dischi ed i legamenti del tratto inferiore della colonna cervicale (rachide cervicale da C3 a C7). Con il tempo, questo sforzo porta a squilibri/ernie/protrusioni con conseguenti formicolii ed infiammazione continua anche nelle spalle e nella zona dorsale.

Riassumendo i muscoli del collo sono troppo tesi per problemi posturali o traumatici e di conseguenza è molto facile che le articolazioni vertebrali a livello delle prime vertebre cervicali siano sovraccaricate e si infiammino.
Tuttavia l’effetto più dannoso è che con il perdurare della posizione in estensione del tratto OAE si potrebbe creare con condizioni favorevoli, una riduzione del flusso sanguigno verso il cervello per la compressione delle arterie vertebrali, compressione sul midollo spinale e sui nervi spinali e distorsione della segnalazione nervosa.
Ricordo qualche cenno di anatomia e vi spiego che il Sistema Vertebrobasilare si trova nella parte posteriore del cervello e comprende le due arterie vertebrali e l’arteria basilare.
Come vedremo nel paragrafo successivo, l’Insufficienza Vertebrobasilare si verifica quando il flusso di sangue alla parte posteriore del cervello si riduce o si interrompe completamente(acufene pulsatile).
Possiamo riassumere i sintomi associati alle prime vertebre cervicali proprio per i collegamenti neurologici e vascolari menzionati prima:
- cefalea muscolo tensiva/emicrania
- nausea ,debolezza, senso di svenimento dovuta al nervo Vago che fuoriesce dal foro del cranio
- disturbi della vista (senza che ci sia un problema oculare)
- vertigine e sbandamento, acufeni per tutti i centri nervosi di controllo di udito, equilibrio e vista che stanno nel tronco encefalico
# tuba di Eustachio “beante” e acufeni
La Tuba (o Tromba) di Eustachio è un piccolo condotto che mette in comunicazione il retrobocca con l’orecchio medio (cassa timpanica), e serve ad aerarla e a mantenere l’equilibrio pressorio fra le due superfici del timpano. Quando per vari motivi (ad esempio sbalzi di quota) l’equilibrio si altera, si ha una sensazione di “tappamento”, o di “senso di pienezza” ( “fullness”).

Il funzionamento della tuba è influenzato anche dal catarro che vi transita: una delle funzioni della tuba è proprio quello di trasportarlo nel retrobocca, in modo da poterlo eliminare con la deglutizione. In presenza di muco , deglutendo o muovendo la mandibola, si percepiscono a volte dei rumori dovuti alla mobilizzazione del muco stesso.
Un malfunzionamento della tuba, però, rende più difficile (Disfunzione Tubarica) o addirittura impedisce (Stenosi Tubarica) il drenaggio e la rimozione del catarro, che tende così a ristagnare nell’orecchio e nella stessa tuba. Questo ristagno viene in alcuni casi attribuito anche all’incapacità della tuba di “chiudersi” e impedire così il reflusso di catarro di provenienza dal naso e dalla gola: di qui il termine “Tuba Beante” , che definisce comunque un quadro caratterizzato dal ristagno di catarro all’interno dell’orecchio medio e nella tuba.
Il funzionamento della tuba è stimolato dai movimenti del condilo mandibolare e dai muscoli coinvolti nella deglutizione: infatti , quando sentiamo il tipico “tappamento” delle orecchie, solitamente cerchiamo di muovere la mandibola, deglutire, o soffiare con il naso tappato, il che, in un orecchio normale, favorisce lo “stappamento” , che é in realtà un compenso delle diverse pressioni sulle due superfici del timpano.
Quando invece questo non accade, o accade con difficoltà, (rispettivamente Stenosi o Disfunzione Tubarica) a volte siamo di fronte ad un conflitto che si instaura fra la tuba e il condilo della mandibola, dovuto a sua volta alla malocclusione dentaria con malplosizione mandibolare: in pratica, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, all’interno della cassa timpanica, dell’equilibrio pressorio alterato ad esempio per sbalzi di quota che, per la rapidità con la quale si sono instaurati, la tuba non ha potuto compensare, dall’altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una Disfunzione o addirittura ad una Stenosi (chiusura) Tubarica e quindi alla spiacevole sensazione che ne deriva.
Quindi come vedremo tra poco questa può essere una causa secondaria di acufeni per problemi di malocclusione.
#5 disfunzione temporo-mandibolare e acufeni
Se il paziente racconta una storia clinica caratterizzata dalla presenza di una disfunzione di natura occlusale o temporomandibolare e si è in grado di osservare una modulazione del suo acufene in risposta a delle precise manovre su quel distretto (ad esempio, allentando o stringendo i denti, l’intensità dell’acufene può diminuire o aumentare) il quadro risulta abbastanza suggestivo di acufene somatico correlato a sindrome temporomandibolare.

Se si infilano i mignoli nei Condotti Uditivi Esterni (CUE) con i polpastrelli rivolti verso l’avanti, e si muove la mandibola in apertura/chiusura, si percepisce il rapporto fra Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) e orecchio, e come tale rapporto possa essere potenzialmente traumatico, a seconda che lo stop determinato dall’intercuspidazione dentaria(chiusura della bocca a denti stretti) fermi la rotazione all’indietro che il condilo compie quando si chiude la bocca. Questo infatti può avvenire correttamente se il morso è normale, o troppo tardi se il morso è profondo o la mandibola è all’indietro (retrusa). Quando la mandibola è biretrusa il problema tende ad essere bilaterale, quando é anche laterodeviata, il problema è monolaterale o prevalente da un lato.
Il conflitto con il condilo mandibolare come ho detto prima può riguardare anche la Tromba di Eustachio, e partecipare a sostenere il problema anche per questa via.
Ma quali sono i segni ed i sintomi di una problematica occlusale o temporo-mandibolare? Fra i più comuni possiamo elencare:
- rigidità e dolorabilità mandibolare soprattutto mattutina, legata alla presenza di bruxismo notturno
- dolore o fastidio durante o dopo la masticazione
- difficoltà nell’apertura della bocca, con presenza di rumori quali il click dell’articolazione temporo-mandibolare fino al suo blocco,
- dolori trafittivi all’orecchio (fitte all’orecchio) o dolorabilità sorda al volto, precedenti eventi traumatici mandibolari.
Tali fenomeni possono essere causati da anomalie occlusali, cambiamento di rapporti dentari tra l’arcata superiore e inferiore, in grado di produrre disequilibrio nell’assetto posturale della persona con conseguenti contratture della muscolatura tonica del collo o della schiena.
Ci possono essere poi fenomeni artrosici a carico dell’articolazione temporo-mandibolare che andrebbero opportunamente verificati con esami specialistici di imaging (es. radiografia .e/o risonanza magnetica).
..E se l’acufene è di origine vascolare?

L’acufene, in aggiunta alle cause sopra descritte, può essere ricondotto ad una perturbazione vascolare di origine multifattoriale. Questa tipologia viene definita con il termine di acufene pulsatile.
L’acufene pulsatile può essere classificato, a seconda del sito di insorgenza, come di origine arterioso o venoso.
Le principali patologie a carico del sistema vascolare arterioso, che interessano la carotide e le sue ramificazioni, come l’arteria occipitale, che possono influenzare l’insorgenza di tale disturbo, sono l’arteriosclerosi e la displasia fibromuscolare.
Per quanto riguarda le patologie del sistema venoso possiamo citare l’ipertensione intracranica e come fattori predisponenti: anomalie e varianti dei seni venosi e delle vene della base cranica. Questi fenomeni disfunzionali possono condurre ad accelerazioni del flusso ematico con perturbazioni del flusso laminare, causando turbolenze locali che si manifestano come ronzii. I normali suoni corporei legati al flusso sanguigno sono dunque percepiti in maniera più intensa.
L’acufene pulsatile è solitamente unilaterale, ma può anche insorgere da entrambi i lati.
L’Insufficienza Vertebrobasilare si verifica quando il flusso di sangue alla parte posteriore del cervello si riduce o si interrompe completamente.
Il Sistema Vertebrobasilare si trova nella parte posteriore del cervello e comprende le due arterie vertebrali e la loro unione che forma l’arteria basilare. Questo sistema provvede approssimativamente al 20% del rifornimento sanguigno intracranico, comprese le strutture vitali come il cervelletto, il tronco encefalico ed i lobi occipitali.
Diverse condizioni possono causare la riduzione o l’interruzione del flusso sanguigno attraverso il Sistema Vertebrobasilare. Il flusso di sangue nell’arteria vertebrale può essere influenzato da fattori intrinseci e estrinseci.
I fattori intrinseci sono aterosclerosi, restringimento del lume dei vasi, aumentato o ridotto flusso sanguigno.
I fattori estrinseci sono traumi, che comprimono o urtano le pareti esterne delle arterie vertebrali.
Vi sono tre aree dove l’arteria vertebrale è vulnerabile a compressione esterne:
– A livello del forame vertebrale C6 a causa della contrazione del muscolo longus colli e/o il muscolo scaleno anteriore.
– Dentro il forame trasverso tra C6 e C2.
– A livello di C1 e C2.
Due test utili che possono essere fatto prima di indagini più specifiche sono il test di Klein da seduto e il test di Maigne’ da supino.
Correggere la postura per migliorare l’acufene:osteopatia ed esercizi

Quindi possiamo riassumere i concetti sopra esposti concludendo che un mix di fattori contribuiscono alla comparsa degli acufeni :
- i fattori intrinseci anatomici e genetici
- le nostre abitudini di vita
- il lavoro
- lo stress
- lo stile di vita
- le posture errate
- non ultimo dobbiamo considerare il processo di invecchiamento che aime’ ci mette la ciliegina sulla torta.
Le azioni per contrastare la comparsa degli acufeni, o migliorare acufeni già presenti saranno attive e passive per lavorare sul nostro corpo,ma in che modo?
# azioni passive per gli acufeni
l’osteopatia che utilizza tecniche manuali su vari distretti corporei ,in particolare il rachide cervicale, la bocca, lingua , mandibola e relativi muscoli.
# azioni attive indirette per gli acufeni
- una tonificazione generale di muscolazione
- un buon programma di stretching dinamico per rendere nello stesso tempo tutto il sistema-corpo elastico e flessibile
- uno stretching globale attivo Mezieres per allungare la. catene muscolare antigravitaria e la catena anteriore-interna sospensoria di cui fanno parte visceri e diaframma.
Insomma far lavorare con una buona ginnastica generale tutte le articolazioni e “lubrificarle” naturalmente con l’esercizio fisico.
Gli esercizi posturali per ridurre gli acufeni di origine somatica
Premesso che a mio avviso per migliorare gli acufeni è riduttivo considerare una solo di una parte del corpo, vi propongo a titolo di esempio alcuni esercizi che sono mirati a ristabilire una buona mobilità delle prime vertebre cervicali,del tratto cervicale inferiore e delle dorsali. Inoltre per stare “dritti in piedi”, consiglio di sviluppare forza sui muscoli glutei. Ho già scritto vari articoli corredati di video che danno utili consigli ed esercizi per migliorare la postura, ti rimando a consultarlo (https://osteopataaroma.com/dolori-articolari-e-muscolari-per-colpa-della-posturaesercizi-efficaci/)
In questo video faccio una premessa e riassumo quello che ho scritto nell’articolo riguardo gli acufeni e come poterli migliorare lavorando sulla postura del dorso e spalle.
In questo video eseguo una routine di esercizi sul tappetino.
Vi propongo qualche esercizio di stretching per la muscolatura mandibolare, altra articolazione della quale abbiamo visto l’importanza.
Ribadisco l’unicità, la globalità del corpo, la visione olistica della persona ,principio fondamentale dell’osteopatia ed in questo video illustro degli esercizi per migliorare la respirazione con il diaframma strettamente correlato alla postura del capo (https://osteopataaroma.com/2021/06/03/il-diaframma-e-il-mal-di-schiena/) e l’esercizio della piramide della ginnastica posturale Mezieres (esercizio n.5 nel video),un ottimo esercizio in catena muscolare che effettua uno stretching attivo globale su tutta la muscolatura antigravitaria da eseguire tutti i giorni.
Eseguite questi esercizi tutti i giorni in un momento della giornata che preferite: datevi un impegno e la costanza vi ripagherà in termini di salute!
Prova il mio metodo Total Body Postural Adjustment, attiva la tua salute!
Prenota una visita per controllare la tua postura ed riequilibrare il corpo.
Ciao, sono Simonetta Alibrandi , Osteopata , Posturologa e personal trainer, responsabile del sito. Scopri chi sono..