Cervicalgia, quali sono le cause e cosa può fare l’osteopatia

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dolore al collo quali sono le cause e cosa fa’ l’osteopatia

La cervicalgia (dolore al collo) è un sintomo molto diffuso tra la popolazione mondiale, con o senza irradiazione sugli arti superiori, di cui secondo l’ AOA (american osteopathic association) il 63% della popolazione mondiale soffre.

La cervicalgia, ovvero il dolore localizzato nella parte posteriore del collo, a livello delle vertebre del rachide cervicale (tecnicamente indicate come C2-C7 e corrispondenti alla parte “alta” della colonna vertebrale), è uno dei disturbi osteoarticolari più frequenti in età adulta nel mondo occidentale e può iniziare a causare problemi già a partire dai 30 anni.

Definizione della cervicalgia

Nel linguaggio comune, spesso, ci si riferisce alla cervicalgia con il termine generico “cervicale” (usato in espressioni come “è colpa della cervicale”, “soffro di cervicale” ecc.), riassumendo così in modo improprio il tipico dolore al collo, più o meno intenso e disabilitante, che può irradiarsi anche a una spalla (più raramente entrambe) e alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti a causa del calo di forza e dei fastidi sensitivi associati (formicolii, sensazione di punture di spillo o di alterazioni della temperatura del braccio interessato).

Un po’ di anatomia per capire…

anatomia del rachide cervicale

Il rachide cervicale è composto da 7 vertebre identificate con la lettera C, e progressivamente numerate da C1 a C7. Il rachide cervicale superiore è costituito dalle vertebre atlante (C1) ed epistrofeo (C2), mentre la porzione inferiore è composta dalle rimanenti 5 vertebre (C3-C7).

Possiamo distinguere a grandi linee 3 tipi di cervicalgia:

Cervicalgia vera e propria: in questo caso il dolore colpisce soprattutto la regione cervicale.

Il dolore interessa prevalentemente il collo, soprattutto nella regione della nuca, e la parte alta della schiena, tra le scapole.

Il dolore è in genere legato alla presenza di una contrattura e/o di infiammazione muscolare (in particolare, a carico del muscolo splenio della testa e del collo, del trapezio e del muscolo elevatore della spalla), in proporzione variabile da caso a caso. Il fastidio che ne deriva può essere notevole e può impedire del tutto o solo in parte di muovere il collo per uno o più giorni.

Sindrome cervico-cefalica: dolore al collo e alle spalle.

Sono presenti sintomi sensitivi neurologici distintivi come mal di testa,vertigini (con conseguente nausea), disturbi della vista e dell’udito, cui si aggiungono, a volte, anche disturbi della deglutizione.

Sindrome cervico-brachiale: in questo caso si avverte dolorabilità alla nuca e al braccio e, talvolta, anche alla mano.

Al dolore al collo e alle spalle si aggiungono sintomi sensitivi e calo di forza, che dal rachide cervicale si irradiano alle spalle e alle braccia, arrivando talvolta fino alle mani. Le manifestazioni, in genere, riguardano un solo braccio, in corrispondenza del lato maggiormente interessato dall’infiammazione, che in questo caso coinvolge in modo marcato anche i nervi cervicali.

Cause del dolore al collo

cervicalgia e zone di dolore riferito

La cervicalgia può insorgere per ragioni innumerevoli e molto diverse tra loro. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la comparsa di dolore a collo e spalle è legata a errori di stile di vita che impongono stress abnormi a questa regione della colonna vertebrale, oppure alla presenza di artrosi cervicale (a sua volta favorita da fattori sfavorevoli di tipo posturale, oltre che dalla predisposizione genetica).

I principali fattori di rischio modificabili di cervicalgia comprendono:

– le tensioni psicoemotive

– la sedentarietà o la mancanza di esercizio fisico strutturato

– l’attività fisica estrema e gli sforzi eccessivi, soprattutto se eseguiti in ambienti freddi/umidi

– i movimenti ripetuti delle braccia e delle spalle (in contesti di tipo ludico o professionale)

– il mantenimento di posture errate, sia durante il giorno sia durante il sonno.

-eventi traumatici acuti occasionali (come il colpo di frusta o un’incidente sportivo) o continui micro-insulti lesivi (come quelli che interessano chi pratica sport di contatto quali boxe, rugby, football americano o lavori usuranti come il muratore o il facchino) possono essere all’origine o, comunque, facilitare l’insorgenza della cervicalgia.

In tutti i casi, poi, la presenza di fattori predisponenti individuali, come alterazioni delle curvature fisiologiche della colonna (per esempio, la cifosi dorsale o l’iperlordosi lombare), può aumentare la probabilità di sviluppare cervicalgia, sia a causa della meccanica e dinamica improprie inevitabilmente imposte da queste condizioni sia come conseguenza dei comportamenti a rischio già citati, che in questi casi diventano ancora più dannosi.

Correggere opportunamente questi comportamenti è la migliore strategia per ridurre la probabilità non soltanto di soffrire di cervicalgia, ma anche di sviluppare l’artrosi cervicale che può promuovere ulteriormente questi disturbi.

Le cause della cervicalgia ,come abbiamo visto sono innumerevoli, e per capire meglio i punti critici da tenere sempre a mente, le andremo a dividere in settori, analizzeremo la cause posturali e viscerali, tralasceremo la parte prettamente traumatica perché è quella più conosciuta e studiata

In questo articolo porremo l’attenzione sui fattori posturali che contribuiscono alla cervicalgia

Squilibri posturali e cervicalgia

Le cause più comuni della cervicalgia

Si parla di postura, e molto spesso si usa dire: “è colpa della tua postura” in realtà non si è ben chiaro cosa si vuole intendere per squilibrio posturale, si parla di muscoli, di articolazioni,dI posture da lavoro,ecc.. molto più sul pratico ed analizzeremo gli squilibri dei nostri recettori posturali principali:

  1. occhi
  2. bocca
  3. piedi

e delle conseguenze sulla nostra cervicale(cervicalgia).

Le relazioni della postura con gli occhi la bocca e i piedi

Cervicalgia e squilibrio posturale oculare

il recettore oculare e la postura

L’occhio non è solo un elemento di visione, è anche (insieme al piede) uno dei recettori più importanti del sistema posturale. Questo è stato confermato da tutti i lavori neuroscientifici fatti in questo campo.  L’occhio è l’organo che ci colloca in rapporto all’orizzonte. Quando i muscoli che muovono gli occhi sono fuori equilibrio, la nostra percezione dell’ambiente cambia e l’intero corpo cerca di compensare tale fenomeno mettendo in atto una serie di rotazioni e inclinazioni delle spalle e del bacino con il risultato che l’intero allineamento posturale finisce per soffrirne.

Nell’occhio si possono identificare due componenti principali: 

-una legata alla visione (di carattere esterocettivo) 

-ed una legata alla mobilità oculare (muscoli extra-oculari)di carattere propiocettivo. 

Le patologie oculari possono causare molti problemi posturali ma mentre i problemi legati alla  visione (legati quindi agli esterocettori) sono abitualmente diagnosticati e trattati, le problematiche di tipo propiocettivo (come una insufficiente convergenza degli occhi ) sono raramente diagnosticate in quanto non vengono abitualmente ricercate nel contesto delle visite oculistiche standard.  

Il problema è particolarmente grave nei bambini in età scolare dove la ricerca di questo genere di disturbi, assai frequenti e dalle implicazioni decisamente importanti, non fa parte né degli screening né delle abituali visite del pediatra. 

I tests posturologici cercano di intercettare anche questi difetti per poi affidare il paziente allo specialista per un adeguato approfondimento.

Vediamo di chiarire questi aspetti:

La convergenza oculare è una funzione del muscolo retto mediale che viene attivato dal terzo nervo cranico. Una convergenza insufficiente rappresenta l’incapacità di mantenere un corretto allineamento degli occhi durante la visualizzazione di un oggetto da lontano e poi da vicino.

Un’asimmetria muscolare tra l’occhio sinistro e quello destro porterà ad un aumento della tensione nella colonna cervicale , giacchè il tono muscolare cervicale a riposo dipende anche dalla tensione dei muscoli oculomotori. Questo porta ad una riduzione della capacità di movimento a livello della colonna cervicale che finirà per ripercuotersi anche in altre zone del corpo, creando altri problemi propriocettivi .

Inoltre i nervi della muscolatura dell’occhio sono in relazione con i nervi che innervano alcune parti della muscolatura del collo: se c’è un problema con la posizione della mandibola, la muscolatura dell’occhio e il tono muscolare dei muscoli del collo ne sarà influenzato .

Le relazioni dell’occhio con la colonna vertebrale

I sintomi più comuni legati alla mancanza di convergenza:

  • affaticamento della vista ( soprattutto durante o dopo la lettura )
  • mal di testa
  • visione offuscata
  • visione doppia
  • incapacità di concentrazione e di attenzione
  • strabismo 
  • sfregamento 
  • la chiusura o di dover coprire un occhio
  • sonnolenza durante alcune attività
  • difficoltà a ricordare ciò che è stato letto
  • le parole sembrano muoversi ,saltare , nuotare o galleggiare
  • problemi di cinetosi e / o vertigini

Cervicalgia e squilibrio posturale dell’apparato stomatognatico

Come la posizione della mandibola può modificare la postura

L’apparato stomatognatico, cioè il sistema che comprende bocca e mandibola, può influenzare la postura e soprattuto la nostra cervicale.

Ogni squilibrio di questo apparato determina un processo di compensazione che dal distretto del cranio si può riflettere sull’intero sistema muscolo-scheletrico.

Una scorretta occlusione dentale, può causare patologie muscolo-articolari, per effetto di una comunicazione che si esplica attraverso le catene muscolari, fasciali e connettivali, come diretta conseguenza del tentativo del sistema nervoso di cercare la soluzione migliore per gestire le informazioni ricevute. La forza dei muscoli atti alla masticazione e alla deglutizione è sostenuta dal collo e dall’apparato mandibolare e l’irrigidimento della mandibola può determinare la torsione delle prime vertebre della colonna vertebrale e quindi sfociare in una cervicalgia.

Ogni individuo, in media, consuma i pasti tre o quattro volte al giorno, mastica complessivamente per circa novanta minuti e deglutisce, senza neppure farci caso, ogni due o tre minuti. Se durante questi passaggi le arcate dei denti non combaciano perfettamente, anche per un solo millimetro, viene meno l’equilibrio che esiste tra i muscoli dell’articolazione mandibolare che vanno ad intaccare la colonna vertebrale e la cervicale.

Le articolazioni, non lavorando uniformemente, si usurano eccessivamente: un po’ come le gomme di un’automobile con la convergenza non corretta! 

In presenza quindi di una malocclusione è facile che si verifichino anche problemi di postura che, se non corretti, possono causare mal di schiena. I muscoli possono diventare dolenti, fino al crampo, per una ripartizione non equa del carico. La malocclusione è infatti in grado di stimolare attraverso le vie nervose un’attivazione anomala dei muscoli della masticazione, poiché questi sono inseriti all’interno di catene muscolari che grazie a recettori contribuiscono alla gestione del sistema posturale. In parole povere, ogni dente è innervato e invia, quindi, messaggi al sistema sensitivo motorio del cervello. Ogni pressione anomala, irregolare o disagevole mette in atto sistemi di difesa che andranno a modificare l’assetto posturale. 

Da un semplice precontatto dentale, ad esempio, si può creare un disturbo continuo, frutto di informazioni incoerenti tra loro che arrivano alle centraline responsabili dell’equilibrio del corpo umano.

Da qui è possibile l’avvio di correlazioni che possono arrivare a colpire vari distretti corporei in molte funzioni, contribuendo all’instaurarsi di:

  • mal di schiena
  • emicrania
  • dolori cervicali (cervicalgia)
  • click all’articolazione temporo-mandibolare
  • senso di pesantezza agli arti
  • dolori del trigemino
  • ronzii alle orecchie
  • acufeni
  • perdita dell’equilibrio
  • stanchezza cronica
  • problemi viscerali
  • aritmie cardiache
  • disagi psicologici

Piede,caviglia ,postura e cervicalgia

il piede e la postura

l piede rappresenta il punto fisso al suolo su cui grava l’intero peso del corpo. Esso si trova alla base del sistema di controllo antigravitario (sistema tonico posturale) che consente all’uomo di assumere la postura eretta e di spostarsi nello spazio.

La struttura del piede è un capolavoro unico di architettura, o meglio di biomeccanica, con le sue 26 ossa, 33 articolazioni e 20 muscoli. Funzionalmente e strutturalmente, è possibile suddividere il piede in:

Anatomia :le ossa del piede

retropiede formato da astragalo e calcagno, dispositivo centrale” del controllo biomeccanico della gravità;

avampiede formato da scafoide, cuboide, 3 cuneiformi (definiti anche mesopiede; il mesopiede più il retropiede forma il tarso), 5 raggi metatarsali (metatarso) e le falangi delle 5 dita; funge da “adattatore e reattore”.

La tibia ed il perone con i loro due malleoli sormontano ed avvolgono la parte superiore dell’astragalo che svolge il compito di trasmettere le forze alle altre ossa del piede. Tra tutte queste ossa sono tesi i legamenti, robuste corde fibrose, la cui rottura, conseguente ai traumi distorsivi più seri, comporta un aumento del gioco articolare con conseguente instabilità.

I movimenti del piede sono i seguenti:

• Dorsiflessione
• Flessione plantare, estensione.
• Movimento verso l’interno, detto inversione.
• Movimento verso l’esterno, detto eversione.

L’articolazione della caviglia è classificata come ginglimo, è il talo o astragalo, stretto tra il malleolo laterale della fibula e quello mediale della tibia, a ricevere il peso tramite la tibia. A livello della caviglia la dorsiflessione e la flessione plantare sono i movimenti maggiori, mentre l’eversione e l’inversione sono irrilevanti; essi sono importanti principalmente a livello articolare del piede o tarsale.

La disposizione delle ossa del piede è tale da creare tre archi: uno mediale, uno laterale, ed uno trasverso per ammortizzare tutto il peso che deve sostenere e supportare.

Le cause più comuni del dolore alla caviglia ed al piede sono: distorsioni, piede piatto borsite della pianta, sperone calcaneare e le scarpe non adatte.

Ed è proprio per questo che delle problematiche ascendenti (distorsioni alla caviglia, piede piatto, piede cavo,ecc) possono provocare problemi alla cervicale ed esacerbare la cervicalgia.

Ma il piede è causa di problematiche ascendenti o vittima di problematiche discendenti?

Il piede è sia un effettore sia un ricettore ossia riceve ed esegue dei comandi (risposta motoria), tramite i muscoli, e, nel contempo, interagisce col resto del corpo fornendo costanti informazioni provenienti dagli esterocettori cutanei presenti sulla sua pianta e dai propriocettori dei suoi muscoli, tendini e articolazioni. Gli esterocettori cutanei del piede sono ad alta sensibilità (0,3 g) e rappresentano l’interfaccia costante tra l’ambiente e il sistema dell’equilibrio. Le informazioni plantari infatti sono le uniche a derivare da un recettore fisso a diretto contatto col suolo.

Il piede, nel corso dell’evoluzione che dura da circa 350 milioni di anni, per le esigenze sorte nell’assunzione della stazione eretta e della deambulazione bipodale, ha acquisito, quale caratteristica umana peculiare e differenziale, l’attitudine all’irrigidimento ovvero alla coesione intersegmentale. Tale coesione podalica è realizzata dalle formazioni capsulo-legamentose e aponeurotiche a cui si aggiungono le formazioni muscolari con funzioni di “legamenti attivi” e posturali. All’afferramento prensile si sostituisce l’aggrappamento antigravitario.

Appoggio del piede e patologie, relazioni con la postura

Le restrizioni di mobilità a livello plantare andranno a provocare ripercussioni sulla colonna vertebrale (cervicale e lombare), e sempre più spesso – come conseguenza – anche a livello viscerale, causando mal di pancia, gonfiore, sintomi da colon irritabile,ecc.(cause ascendenti).

Come viceversa malocclusione, disturbi visivi, problematiche viscerali intestinali, urogenitali, possono causare disturbi sul piede, caviglia perché il tramite sarà lo stesso bacino dal quale parte il femore dell’arto inferiore necessario per la deambulazione e quindi il nostro piede ne sarà vittima ( cause discendenti).

Una accurata valutazione del piede può rivelarci informazioni preziose per valutare minuziosamente lo schema posturale che accompagna quotidianamente il paziente, e quindi per lavorare sui punti deboli e rafforzare le risorse del nostro corpo ed accompagnarlo verso uno stato di salute e benessere, come prevenzione della cervicalgia.

Se si guardano le suole delle proprie scarpe, infatti,  è possibile individuare alcune zone più consumate che corrispondono a  cattive abitudini posturali che, alla lunga, possono causare dolori e altre patologie.

Dott.ssa Simonetta Alibrandi Osteopata Personal Coach Trainer

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