In questo articolo vediamo cos’è l’artrosi dell’anca, come si riconosce, i suoi sintomi e come si cura (rimedi ed esercizi). Nel mio studio di osteopatia a Roma vedo molti pazienti che si presentano con dolore al gluteo, dolore al ginocchio, dolore all’inguine, mal di schiena e non sanno che tutto dipende dall’artrosi all’anca o coxartrosi.

L’articolazione dell’anca sana funziona come una macchina ben oliata. La testa sferica del femore e l’acetabolo dalla forma concava non sfregano direttamente l’uno contro l’altro. Uno strato cartilagineo elastico alla pressione e un sottile strato di scorrimento di liquido sinoviale consentono alla testa del femore e all’acetabolo di interagire agevolmente.
Che cosa avviene in presenza di un’artrosi dell’articolazione dell’anca o coxartrosi?
L’artrosi dell’anca è una malattia degenerativa che interessa l’intera articolazione, le ossa e i muscoli che ne fanno parte e il tessuto connettivo che riveste l’articolazione stessa. Nello stadio iniziale è la riduzione della cartilagine a svolgere il ruolo predominante e quindi le due superfici articolari sfregano. La pressione sulle ossa aumenta in modo proporzionale alla riduzione del tessuto cartilagineo e quindi l’articolazione non è più ben oliata.
Per compensare questo aumento di carico, delle escrescenze ossee aumentano la superficie articolare, si formano osteofiti o cisti.
In presenza di un’artrosi in stadio avanzato, l’articolazione dell’anca colpita non riesce più a muoversi agevolmente. Lo strato cartilagineo è logorato e la mobilità è limitata a causa di escrescenze ossee, dolori all’anca e contrazioni muscolari: chiari segni di un’artrosi dell’articolazione dell’anca.
Cos’è l’ artrosi dell’anca o coxartrosi
L’ artrosi dell’anca o coxartrosi è la patologia più frequente a carico dell’anca. È per lo più diffusa nella fascia d’età tra i 45 e i 60 anni, quando si presentano i primi disturbi. Le donne sono più soggette alla coxartrosi rispetto agli uomini. La cartilagine articolare nelle donne è meno resistente rispetto a quella degli uomini e, nella menopausa, può essere soggetta a una riduzione accelerata.
Sicuramente sarà capitato a molti di sentir parlare di artrosi dell’anca, o di conoscere qualcuno operato di protesi all’anca a causa dell’artrosi.
L’artrosi dunque è un processo lento che si sviluppa nel corso degli anni: è per questo che nella maggior parte dei casi si può cercare di “tamponare” con un buon piano di esercizi e osteopatia.
A volte si cominciano ad avvertire fastidi quando si stà seduti e ci si rialza, nel camminare, qualche fastidio che scende fino al ginocchio , e alla radiografia si evidenzia uno stato di artrosi, significa che l’anca già si stava deteriorando da mesi o anni.
Molti pensano che quando si ha un dolore all’anca, si stia sempre e comunque sviluppando artrosi, ma non è così: molto spesso i dolori sono legati a rigidità ed infiammazioni muscolari su base posturale, e problematiche viscerali.
Il prolungarsi di una situazione di rigidità muscolare forte provoca prima sintomi da sovraccarico (infiammazioni) e poi artrosi.
L’ artrosi dell’anca si può quindi considerare come la conseguenza di un sovraccarico muscolare e di una postura non corretta della colonna vertebrale, soprattutto lombare: a meno di rari casi, non si sviluppa spontaneamente, ma è conseguenza di un prolungato sovraccarico sull’articolazione che lavora troppo.
I sintomi dei problemi all’anca e dell’artrosi o coxartrosi

Come abbiamo visto, l’artrosi all’anca è un processo che si sviluppa lentamente, a causa spesso di sovraccarichi e di tensioni muscolari eccessive.
Di conseguenza, quando cominciano i primi sintomi, non è detto che ci sia già artrosi, ma può esserci soltanto infiammazione di tendini e muscoli.
In quel caso si parla di infiammazioni del trocantere ( a volte chiamate “trocanteriti“, o “borsiti trocanteriche“, cioè il processo infiammatorio dell’anca che riguarda i tessuti molli, tendini e borsa che li ricopre, inseriti nel gran trocantere. Questa sporgenza ossea, situata nella regione esterna superiore del femore, è il punto d‘intersezione funzionale al movimento dell’anca e della coscia. La borsa trocanterica è il cuscinetto che diminuisce l’attrito e favorisce lo scorrimento fluido dell’arto.
I sintomi di queste forme sono comunque simili a quelli dell’artrosi, con la differenza che nell’ artrosi l’articolazione si presenta rigida, nelle infiammazioni muscolari no.
Vediamo quali sono i sintomi quando si hanno problemi all’anca:
- Dolori articolari, all’inizio solo in caso di sollecitazione, successivamente anche a riposo (da sdraiati, seduti o di notte)
- Dolore all’inizio del movimento dopo essere stati seduti a lungo o al mattino, dopo essersi alzati. Questo sintomo è tipico della rigidità del muscolo psoas, che “gradisce” lo stare accorciato quando la persona è seduta, ma non “gradisce” il rapido stiramento quando questa si alza.
- Dolore nell’intera area dell’anca, in particolare all’inguine, alla coscia e nella regione laterale dell’anca, con diffusione alle natiche e fino al ginocchio
- Disturbi dell’andatura come flessione laterale o zoppia
- Rigidità, limitazioni del movimento della coscia durante la flessione, l’estensione e la divaricazione (allacciarsi le scarpe, accavallare le gambe)
- Contrazioni muscolari e tendinee nella parte bassa della schiena
- Rumore di scrosci nell’anca
Generalmente i dolori iniziano in maniera subdola, con fastidi occasionali o mal di schiena.
In questa fase le strutture più interessate sono i muscoli, dolenti a causa dell’eccessiva rigidità.
All’eccessiva rigidità prolungata dei muscoli si aggiunge poi l’usura dell’articolazione, che si vede in genere solo più in là nel tempo.
I sintomi possono presentarsi ad una sola anca o ad entrambe: generalmente c’è sempre un lato maggiormente interessato, ma nel tempo questo può cambiare a causa degli adattamenti che il corpo mette in atto per sfuggire al dolore.
Le cause dell’artrosi dell’anca

Si parla di coxartrosi “primaria” o, semplicemente, “età-dipendente”. Rientrano in questa categoria circa il 20% di tutti i casi di artrosi dell’articolazione dell’anca. Spesso sono coinvolte entrambe le anche.
Nell’80% dei casi, invece, la coxartrosi è riconducibile a una causa secondaria (nota), come un infortunio con conseguente lesione all’articolazione dell’anca, un’anomalia nel posizionamento dell’articolazione (come la displasia dell’anca o le gambe a X oppure ad O) o una malattia infiammatoria dell’articolazione dell’anca, come l’artrite reumatoide.
In linea generale occorre considerare che un peso corporeo eccessivo aumenta la pressione sull’articolazione dell’anca. Questo carico può accelerare la degenerazione della cartilagine articolare.
Lo stesso vale per le sollecitazioni eccessive o errate dell’articolazione dell’anca dovute ad attività lavorative pesanti o alla pratica intensiva di sport.
Alla base dell’artrosi dell’anca ci possono essere tantissime cause: alcune ci sono ben note, altre meno, altre ancora fanno parte della nostra predisposizione genetica.
Una cosa che si nota abbastanza spesso è questa: quando si hanno problemi all’anca è verosimile che ci sia una postura sbilanciata, cioè che carica eccessivamente da un lato.
Con una postura sbilanciata i muscoli sono maggiormente in tensione, e possono esercitare un effetto compressivo sull’articolazione dell’anca.
Uno dei principali muscoli responsabili della “compressione”, e nel tempo dell’usura, a livello articolare dell’anca, è il muscolo ileo psoas.
Tale muscolo può sviluppare una tensione eccessiva per tanti motivi: problemi alla colonna vertebrale, problemi all’intestino (è situato proprio dietro al tenue), problemi degli organi uro genitali.

Altri muscoli vengono coinvolti e contraendosi fanno sentire meno il dolore dovuto alla coxartrosi.
Questi muscoli sono:
- il tensore della fascia lata
- il gruppo degli adduttori
- il retto femorale del muscolo quadricipite

mentre altri si indeboliscono quali:
- i muscoli glutei in particolare il medio gluteo
L’anca si può sovraccaricare anche per problemi che vengono da altre zone: ad esempio, per una caviglia più debole a causa di una vecchia ma forte distorsione, o un’operazione al legamento crociato del ginocchio è evidente che il corpo cercherà di caricare il meno possibile quella gamba e sposterà il carico sull’altra.
Questo “adattamento posturale” genererà un sovraccarico sulle articolazioni della gamba “sana”, tra cui anche l’articolazione dell’anca.
Quindi il programma rieducativo per chi soffre di artrosi all’anca, sarà rivolto ad un riequilibrio tra i due arti, ad uno stretching di alcuni muscoli che creano una contrattura antalgica, ma anche ad un rinforzo di altri muscoli antagonisti che si indeboliscono.
Altri fattori che possono causare artrosi
Accanto al meccanismo “posturale”, c’è sicuramente da tenere in considerazione l’usura “fisiologica”: più l’età aumenta, più è probabile andare incontro a fenomeni artrosici.
Nell’anca ci possono essere però due condizioni che possono portare ad usura precoce: la displasia ed il conflitto femoro acetabolare, due condizioni che sono ereditarie quindi congenite.
Nella displasia le superfici articolari non si sono formate correttamente, e quindi ci può essere una graduale perdita dei rapporti anatomici (lussazione): si tratta di una condizione che viene diagnosticata alla nascita, con i controlli di routine.
Nel conflitto femoro-acetabolare abbiamo invece superfici articolari che sono incongrue: così la forma eccessivamente sviluppata della testa del femore (la parte convessa) entrerà in contatto precocemente con l’acetabolo (la parte concava dell’articolazione).
Entrambe queste condizioni possono portare l’anca a sviluppare artrosi ben prima di quanto normalmente non succeda (60-70 anni).
Cosa si vede in una radiografia all’anca

Facendo una radiografia all’anca, spesso emerge :
- una riduzione dello spazio tra la testa del femore e l’acetabolo (scomparsa dell’interlinea articolare)
- una sclerosi (usura) della testa del femore
- la presenza di osteofiti (piccole calcificazioni tipiche dell’artrosi)
- la presenza di geodi (o cisti ossee, formazioni cavitarie pseudocistiche verosimilmente riconducibili alla penetrazione di liquido sinoviale attraverso fessurazione della cartilagine).
A volte, nonostante un forte dolore, la lastra appare normale: in quel caso il problema è da attribuire maggiormente ai muscoli, piuttosto che all’articolazione.
I segni di usura all’articolazione potranno comunque arrivare qualche anno dopo. Talvolta il radiologo può consigliare di approfondire l’indagine con una risonanza magnetica: questo risulta particolarmente consigliabile con dolori che non rispondono alle cure, in quanto ci può essere una “osteonecrosi della testa del femore“, una condizione di sofferenza della testa femorale per insufficienza vascolare.
Nel caso di osteonecrosi della testa del femore tutte le cure conservative sono destinate a fallire: occorre ricorrere alla camera iperbarica e talvolta all’intervento chirurgico.
Si può curare l’artrosi all’anca?
L’artrosi è un problema che purtroppo tende a progredire nel tempo.
Una buona fetta di popolazione arriva ad un grado di artrosi tale che l’unica soluzione rimane l’intervento chirurgico di protesi all’anca.
Tuttavia, c’è anche un buon numero di persone che vive bene con uno stato di significativa artrosi, perchè i loro muscoli sono in buone condizioni.
Sopratutto se il processo di degenerazione dell’articolazione non è troppo avanzato, è giusto cercare di far funzionare al meglio i muscoli con un buon esercizio fisico.
Impossibile dire se questo “fermerà” il processo di usura dell’articolazione: dal punto di vista pratico, il lavoro sui muscoli insieme ad una quanto più corretta postura, è comunque la miglior cosa da fare.
È consigliabile anche affidarsi con periodicità ad un buon osteopata che valuterà l’assetto posturale, l’equilibrio del bacino, eventuali tensioni viscerali e lo stato della colonna vertebrale.
Cosa possiamo fare nella pratica con l’artrosi all’anca ?
E’ importante considerare 3 punti fondamentali da eseguire contemporaneamente:
- mobilizzazione articolare, per ridurre al minimo le rigidità
- allentamento delle tensioni muscolari tramite esercizi di stretching
- rinforzo della muscolatura tramite esercizi appositi
- una tonificazione generale per supportare il problema dell’anca e la colonna vertebrale (addominali, paravertebrali, dorsali)
Questo protocollo è applicabile anche in quei casi di dolore all’anca senza ancora chiari segni di artrosi.



Il mio metodo Total Body Postural Adjustment consentira’ di lavorare su 3 punti fondamentali per affrontare al meglio l’artrosi all’anca:
- osteopatia
- esercizio fisico correttivo
- autoposture per le catene muscolari
Gli esercizi per migliorare i dolori all’anca
Come detto in precedenza, per i dolori alle anche (da artrosi o da problemi infiammatori come la trocanterite), si può migliorare notevolmente la situazione con:
- una serie di trattamenti osteopatici
- un protocollo di esercizi adeguati
- un piano alimentare che aiuti ad attenuare l’infiammazione e nel garantire benessere intestinale (molto importante per l’anca)
- una accurata valutazione posturale ed esercizi mirati anche ad altri aspetti della postura, che possono influire sull’anca

La cura dell’alimentazione può avere ottimi riscontri sui dolori all’anca: una buona alimentazione favorisce infatti un corretto transito intestinale, fattore importantissimo per l’articolazione dell’anca.
Abbiamo visto come posteriormente rispetto all’intestino risieda il muscolo psoas, il più grande muscolo dell’anca.

Ne consegue che se le funzionalità dell’intestino non sono ottimali (gonfiori, stipsi ecc..) il muscolo psoas può aumentare il suo stato di tensione, con effetti negativi sull’anca.
Quando l’esercizio correttivo non basta: l’intervento di protesi all’anca
Purtroppo a volte la migliore delle riabilitazioni non è sufficiente a risolvere il problema.
Capire perchè il programma de esercizi correttivi possa non bastare è piuttosto semplice, se pensiamo che l’artrosi è un problema di degenerazione delle cartilagini, tessuto che ad oggi NON siamo in grado di far ricrescere.
Di conseguenza, quando l’usura è eccessiva, si ricorre all’intervento di sostituzione protesica (protesi all’anca).
In pratica, si tratta di sostituire le superfici articolari rovinate con una protesi di titanio.
Si tratta di un intervento che garantisce ottime possibilità di successo, ed un recupero decisamente rapido, soprattutto ora che si stanno facendo strada tecniche sempre meno invasive.
Il mio approccio all’artrosi dell’anca

Il mio approccio ai problemi dell’anca mediante il Total Body Postural Adjustement si concentra sopratutto nel:
1) capire le cause del sovraccarico dell’articolazione con una valutazione posturale
2) mettere l’articolazione nelle migliori condizioni possibili, con trattamenti osteopatici ed esercizi appropriati.
Conclusione: cosa si può fare davvero contro l’artrosi all’anca?
Purtroppo l’artrosi all’anca è spesso un processo che tende ad avanzare nel tempo, più o meno velocemente ed è irreversibile.
Quando avanza troppo, l’unica soluzione sarà la protesi (quelle moderne garantiscono ottimi risultati).
Tuttavia, in questo articolo ho dato molta importanza all’osteopatia, il rinforzo muscolare e la rieducazione posturale che saranno degli aiuti validi :
- per ridurre contrazioni muscolari che aumentano la compressione sull’articolazione
- per rinforzare i muscoli e far lavorare al meglio il complesso bacino-anca
Il processo artrosico non si potrà fermare ma è comunque la miglior cosa da fare, e sarà molto meglio arrivarci con i muscoli preparati.
Avere muscoli che lavorano meglio si traduce nella maggior parte dei casi in una importante riduzione dei sintomi.
Ecco perchè consiglio di iniziare subito con un buon programma di esercizi posturali, rinforzo muscolare e allungamento.
Naturalmente questi sono esercizi per tutti ma per una ottimizzazione del programma sarà consigliabile personalizzare e valutare ogni singolo caso.
Buon lavoro!
#1 Mobilita’ articolare delle anche
#2 Stretching dinamico del quadricipite e dell’ileopsoas
#3 Stretching degli adduttori
#4 Esercizi per l’anca 1 da supino
#5 Esercizi per l’anca 2: la flessione dell’anca, lo squat
#6 Esercizio a rana
Prova il mio metodo Total Body Postural Adjustment, attiva la tua salute!
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Ciao, sono Simonetta Alibrandi , Osteopata , Posturologa e personal trainer, responsabile del sito. Scopri chi sono..